La Gazzetta dello Sport (M. Cecchini) – La Roma di José Mourinho ha fatto capire come abbia iscritto nel proprio Dna la sofferenza e l’esaltazione, la delusione e la speranza. Proprio per questo il modesto consiglio che si può regalare all’Udinese per domani è senz’altro quello di fare tesoro dell’antica massima dell’ex stella del baseball, “Yogi” Berra: “Non è finita finché non è finita“. Una ovvietà? Non proprio, soprattutto se si affronta la squadra giallorossa. Basti pensare che, da quando lo Special One siede su quella panchina, la Roma ha segnato ben 19 gol dopo il novantesimo. Il 14,5% del totale delle reti realizzate in campionato a partire dalla stagione 2021-22, che hanno portato in dote ben 18 punti in 19 match. Su 88 disputati finora in Serie A e 144 punti complessivi conquistati. Insomma, numeri folli se si pensa che in Inghilterra il recupero era stato battezzato “Fergie Time” perché il Manchester United di sir Alex Ferguson aveva segnato 81 gol su 1627 complessivi dopo il minuto novanta, ovvero circa il 5% del totale. Una bazzecola se confrontati con i numeri del “Mou Time”.

Tutto è cominciato 804 giorni fa, quando El Shaarawy, realizzando una rete nel recupero di Roma-Sassuolo (2-1) gli ha regalato la vittoria nella sua 1000a partita in carriera. Era il 12 settembre 2021. Da quel momento il Faraone è diventato un abbonato alle reti insperate, tanto da arrivarne a siglarne ben 6. Certo, non tutti i 19 gol in extra-time hanno portato punti (è accaduto in 12 occasioni). Ma dimostrano un atteggiamento mentale, se si pensa che nello stesso periodo la Roma ha subito una sola rete, quella di Saelemaekers, nel Roma-Milan 1-1. E che l’attitudine sia da Special One lo dimostra anche il fatto che tutte le squadre da lui guidate hanno avuto questa caratteristica.