Monchi. Gli affari top e flop

Corriere dello Sport – Dopo diciassette anni da direttore sportivo nello scoppiettante mondo del calciomercato Monchi ha messo a segno tantissimi colpi e altrettante vendite. La ragione è semplice, una squadra come il Siviglia per poter competere con le più grandi d’Europa a costo zero deve saper scovare il talento prima degli altri e venderlo a caro prezzo non appena le quotazioni del calciatore hanno raggiunto il loro apice. Gli aneddoti del ds andaluso, però, non sono fatti solo di plusvalenze, ma anche di trattative curiose.

MEMORIA DA ELEFANTE – Correva l’anno 2000, il fresco ds Ramón Rodriguez Verdejo, in arte Monchi, arrivava a Lisbona in automobile con l’amico Alvaro Torres – agente FIFA, conosciuto sui banchi dell’università di giurisprudenza – per provare a chiudere l’affare Gronkjaer col quale ha già raggiunto un accordo di massima. Ad attenderlo all’Hotel Dom Pedro Peter Kenyon direttore generale dell’epoca del Chelsea. Secondo Alvaro i fatti andarono così: «Monchi offrì una quantità fissa più un bonus in caso di qualificazione europea del Siviglia e Kenyon gli rispose che doveva fare un’offerta seria perché il suo aereo partiva in 5 minuti». L’inglese, infatti, considerava impossibile la qualificazione del Siviglia a una competizione europea. L’affare saltò, ma sulla via del ritorno Monchi fece una previsione azzeccata all’amico: «Un giorno saremo dall’altra parte». E infatti anni dopo Kenyon non smetteva di chiamare Monchi, voleva a tutti i costi Dani Alves e il ds spagnolo confessò a Torres: «La prima cosa che gli dirò sarà che il mio aereo parte fra 5 minuti».

MILIONI – Uno scherzo, che poi non mise in atto perché Monchi è serissimo in una trattativa, eppure Alves come sappiamo finì al Barcellona per 36 milioni di euro più bonus. E pensare che lo pescò dal Bahía per meno di un milione di euro. Alla lunghissima lista di successi, c’è, inevitabilmente, anche qualche fallimento. Come nel caso del terzino brasiliano Marcelo che era un affare praticamente fatto, ma il Real Madrid aveva seguito le tracce di Monchi e lo soffiò al Siviglia al fotofinish. Tanto che il presidente Del Nido disse: «Ce lo hanno soffiato quando era già sulla scaletta dell’aereo». Ma c’è spazio anche per un errore nella carriera di Monchi quello sull’attuale capitano dell’Atletico: «Il tempo ha dimostrato che con Gabi ho sbagliato, con tutto quello che ha vinto e l’importanza che ha avuto, forse è stato il mio errore più grande – e prosegue – ebbi l’opportunità di portarlo a Siviglia, ma dopo lunghe riflessioni decisi che non faceva al caso nostro». Una piccola macchia, in una carriera piena di successi fatti di plusvalenze super da Alves a Rakitic passando per Bacca, Keita, Kondogbia e Krychowiak.

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