Maran vuole un Chievo coraggioso

Corriere di Verona (M.Sorio) – Non può indossare l’abito di gala, il Chievo. Nemmeno stavolta. A San Siro, con l’Inter, l’assenza di tutto il centrocampo titolare era costata fin troppo (il 5-0 nerazzurro, un corollario). E adesso la Roma, in forma splendida anche lei (quarta, -5 dalla vetta, una partita in meno) con la speranza che il prezzo da pagare non sia altrettanto alto. «Non sono tanto le assenze, perché chi va in campo merita di giocare», dice Rolly Maran: «Il punto è quando devi cambiare blocchi interi». L’emergenza, oggi, è ammorbidita dal rientro di Radovanovic, che della mediana è leader indiscusso. Ai suoi fianchi, però, out Castro ed Hetemaj, oltre all’alternativa Rigoni. Quindi, di fronte a una Roma che in mezzo sa dettare regole e ritmo, dentro Bastien e Depaoli. Pronta all’uso l’alternativa della linea a quattro, con Birsa esternoci abbiamo lavorato», annuisce Maran). E pronto un piano B – leggi Cacciatore, con Tomovic sull’altra corsia – anche in fascia sinistra, dietro, dove Gobbi va valutato (febbre sino a metà settimana). Sta un po’ così, insomma, il Chievo. Anche se, zero scuse, «dobbiamo fare meglio di Milano», dice Maran, «per tornare al nostro modo solito di fare calcio».

Ovvero pressing offensivo, come la Roma, e quell’ordine, tra i reparti, che nei giorni migliori toglie spazi agli avversari. Tatticamente, Maran fa capire quali sono le priorità, quando affronti i giallorossi. Tipo, «non lasciare da solo il portatore di palla visto come la Roma aggredisce». O ancora, «salire per provare a giocare nella loro metà campo, dosando il gioco palla a terra e i lanci lunghi, a seconda della situazione». L’idea è che «mettendoci la giusta dose di coraggio può venire fuori una partita con tanti ribaltamenti di fronte». Partita ch’è incorniciata da due numeri, in particolare. La Roma, in trasferta, non perde da quasi un anno, era gennaio: l’ultimo pari col Genoa ha stoppato una striscia di 12 successi in fila lontano da casa. E in casa il Chievo è la squadra che recupera più punti da svantaggio: 9. Saper stare dentro il match, tratto peculiare del Chievo di Maran, lui che ricorda così il 3-3 con la Roma di due stagioni fa: «Andammo sotto due volte e rimontammo sempre. È una delle gare rimaste nella mente. La dimostrazione che la nostra forza sta nella compattezza». Non avendo Castro, che con Birsa è il centrocampista che alimenta l’attacco in termini di gol e assist, la forza del Chievo deve passare soprattutto dalle punte di ruolo. Da Inglese, su cui Maran riflette: «È cresciuto molto, e può crescere ancora tanto, per impatto nei vari momenti della partita». E da Meggiorini, sua probabile spalla: «Gli auguro di sbloccarsi col gol al più presto». Di gol ne piovvero, nell’ultimo Chievo-Roma. Era il 20 maggio scorso, 3-5. Debuttava Vignato (che oggi è in panchina). E il Bentegodi salutava Totti. «Ci ho pensato, a lui, in settimana», confida Maran: «Sarà strano vederlo in tribuna e non in campo dall’altra parte…» .

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