La Gazzetta dello Sport (M. Cecchini) – Segnali. Alle 17.23 la musica tecno a un certo punto pare avere una esitazione, come un piccolo battito di cuore superfluo. San Siro capisce e ruggisce ancora prima che gli occhi ne abbiano scoperto la ragione. D’altronde è facile:Romelu Lukaku è tornato.
I fischi che piovono dagli spalti sono difficilmente descrivibili, ma è questo l’attimo in cui l’attaccante belga alza il mento al cielo e ostentatamente volta le spalle alla curva Nord – quella che era stata la sua curva – per applaudire i quattromila giallorossi appesi al terzo anello. Romelu sembra indifferente alla cascata di ostilità che gli piove addosso. “Lukaku uomo di merda”, è il ringhio dei settantamila.
L’impressione è che i trentamila fischietti (o giù di lì) siano entrati nello stadio, o le app apposite scaricate. In generale, però, l’effetto è stato potente. Sarà stato quello a destabilizzare Big Rom? A fargli toccare ventisei palloni in tutto perdendone nove? Non avremo mai la controprova, anche se di normalità in effetti non ce n’è stata.