Il Romanista – Lamela a forma di cuore

Walter Sabatini ieri lo ha paragonato a Caravaggio per la precisione della linea che fa fare al pallone in occasione del secondo gol e per il modo di aprire il piede, come se fosse una matita pronta a tracciare un disegno sulla tela. Non solo: il ds, che mercoledì sera ha lasciato per ultimo lo stadio insieme a Baldini e Luis Enrique, ieri si stava rivedendo addirittura Roma-Juventus di un mese fa per ammirarne non solo la tecnica, ma anche la cattiveria agonistica e la capacità di leggere in anticipo i movimenti di compagni e avversari. Ci aveva puntato da tempo, lo aveva seguito e inseguito, Walter Sabatini, e oggi se lo coccola in ogni modo possibile. Oggi che tutta Italia scopre quello che lui sa da tempo: Erik Lamela è un giocatore di un’altra categoria. Uno di quelli che, col tempo, potrebbe diventare come Francesco Totti: infinito. Un otto rovesciato, come otto è il suo numero di maglia, come il minuto in cui ha segnato ieri decidendo – insieme allo stesso Totti e a Borini – la partita contro la Fiorentina. Un talento giovanissimo, 20 anni da compiere a marzo, che si è trasferito in Italia ad agosto accompagnato da genitori, fratelli e da una serie di manager che lo seguono passo passo perché ne hanno capito le potenzialità anche dal punto di vista pubblicitario. “Potrebbe diventare il nuovo Cristiano Ronaldo”, sussurravano quest’estate dopo aver chiuso i contratti con la Roma in una torrida sera d’estate a piazza Cavour nello studio di Walter Sabatini.

Una trattativa complessa per quello che era considerato uno dei pezzi pregiati del mercato sudamericano. Un ragazzo legatissimo ai genitori, alla nonna da poco scomparsa (per lei si è fatto un tatuaggio sul polso che mercoledì sera ha baciato dopo il primo gol) e innamorato dell’altrettanto giovane fidanzata Sofia, capelli biondi, fisico esile e una confidenza estrema con gli aerei visto che si divide tra Roma e Buenos Aires. Mercoledì sera non c’era, Lamela le ha dedicato i gol come già faceva in Argentina attraverso un cuore disegnato con le dita (modello Pato vecchie maniere, sperando che la coppia abbia miglior fortuna rispetto al brasiliano e all’ex moglie) che lei ha subito twittato in diretta dal Sudamerica. Anzi, praticamente ha passato la serata davanti al computer per cercare di vedere in diretta la partita: poco prima del fischio d’inizio ha scritto: “Sono qui per te amore mio, Forza Roma”, poi quando il canale che aveva trovato ha iniziato a trasmettere una partita di tennis ci hanno pensato alcuni amici italiani a tenerla aggiornata. E lei, a fine partita, ha postato la foto di Erik che le dedicava il cuore scrivendo: “Sono più che felice per te, ti amo”. Un amore, quello tra Erik e Sofia, sbocciato sui banchi di scuola e resistito anche ad alcuni gossip secondo i quali Lamela si sarebbe invaghito, un anno fa, di una showgirl della tv argentina. Tutto rientrato, soprattutto dopo il trasferimento in Italia del giocatore. Lamela vive a Casalpalocco, in una villa di proprietà di Francesco Totti. Con lui i genitori e i fratelli, col padre, Josè, a dirigere tutta la famiglia con particolare severità nei confronti del figlio calciatore tanto forte quanto giovane. Poche uscite serali, al massimo aperitivo e cena al ristorante, discoteche col contagocce, tatuaggi sì ma non eccessivi (ne ha quattro), serate trascorse in casa tra play station (giochi di calcio e guerra) e tv, con un occhio di riguardo per gli ex compagni del River Plate che segue di continuo e che è andato a trovare anche durante le vacanze di Natale. In Argentina, d’altronde, Lamela è seguitissimo, basti pensare che anche ieri sulle prime pagine dei quotidiani sportivi veniva raccontata “la doppietta che ha steso la squadra in cui è diventata una stella Gabriel Batistuta”.

Un idolo di Lamela, anche se non ai livelli – ovviamente – di Maradona e Messi. Il suo sogno è giocarci insieme e c’è da scommettere che, se continua così, la convocazione per la nazionale argentina non tarderà ad arrivare. Anzi, ci sarà molto presto. Per la gioia di tutta la famiglia Lamela, in particolare di papà Josè che al figlio però fa sempre pochi complimenti. Anche mercoledì sera gli ha detto bravo per i due gol ma poi è passato a correggerne i difetti. Lo stesso aveva fatto in occasione del primo gol contro il Palermo: “Devi imparare a gestire meglio gli spazi con gli altri attaccanti. Hai ancora da lavorare”. La strada però è quella giusta.

Il Romanista – Chiara Zucchelli

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