Corriere della Sera (G. Piacentini) – Sembra non avere fine la crisi in cui è entrato da diverso tempo Lorenzo Pellegrini. Come se non bastassero le contestazioni, i fischi e le “colpe” che la tifoseria della Roma gli attribuisce per il rendimento mediocre della squadra, e anche per i continui cambi di allenatori – Mourinho, De Rossi e Juric nell’arco di 9 mesi – ora le cose vanno male anche in Nazionale, che era rimasta la sua isola felice. L’espulsione rimediata giovedì sera proprio all’Olimpico contro il Belgio è costata la vittoria agli azzurri, e ha riportato il numero 10 azzurro al centro delle polemiche, uscite dal Grande Raccordo Anulare.
Spalletti lo aveva difeso prima della gara, dandogli fiducia, lo ha fatto dopo, dividendo la responsabilità del rosso con Bastoni e ieri, vista la squalifica che gli farà saltare il match contro Israele, per fargli ritrovare un po’ di serenità lo ha svincolato dal ritiro azzurro e lo ha rimandato a Trigoria agli ordini di Juric. Ieri il capitano si è allenato con i giallorossi rimasti nella Capitale, e per preparare la sfida casalinga contro l’Inter (domenica 20). Sembra passato un secolo, insomma, da quando Mourinho, arrivando a Trigoria, disse “se avessi tre Pellegrini li farei giocare tutti”. Ma anche da quando, dopo l’addio del portoghese, ha preso in mano la squadra e dato un grosso aiuto a De Rossi. Poi il buio. Nelle radio e sui social è un processo continuo, e la piazza è divisa tra chi lo condanna a priori (la maggior parte) e chi invece lo difende a spada tratta.
Lo stesso episodio si presta a diverse interpretazioni, come l’espulsione contro il Belgio: per gli estimatori il suo è stato un fallo frutto della “troppa generosità di chi sente di dover dimostrare sempre qualcosa”, per i suoi detrattori è stata “una sciocchezza colossale”. “Criticatemi per quello che faccio in campo e non per qualcosa che non ho commesso”, aveva chiesto lo stesso Pellegrini alla vigilia della gara di Europa League persa contro l’Elfsborg. È stato accontentato. “Non bastava la Roma, ora anche l’Italia devi rovinare”, uno dei commenti. Il capitano ha il contratto in scadenza il 30 giugno del 2026, e per questo a fine stagione andrà presa una decisione: rinnovare o andare via dalla Roma. Ha abbastanza tempo per convincere tutti che il suo futuro dovrà essere ancora giallorosso.
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