La Repubblica (M. Juric) – Uno stillicidio di no. Frustrante, ma ampiamente previsto. Almeno in questa fase centrale del mercato. Ancora privo di soldi freschi derivanti dalle cessioni e bloccato dai noti paletti del ffp. La Roma per adesso incassa e aspetta. Che i tempi siano migliori e che le richieste economiche di diversi club si ammorbidiscano.

Qualche settimana fa era arrivato il no del West Ham al prestito con diritto di riscatto per Scamacca. “Solo a titolo definitivo”, la risposta chiara degli Hammers. Poi quello del Bayern per Sabitzer, seguita alla volontà del calciatore di giocarsi l’ultima chanche a Monaco di Baviera. Con Morata non è servito neanche parlare con l’Atletico Madrid.

È bastato il colloquio con l’agente per confermare l’intenzione del club spagnolo di vendere il calciatore solo e soltanto versando 20 milioni di euro. Nelle ultime ore è stato il Psg a ripetere il concetto per Renato Sanches, dopo l’offerta della Roma per un prestito oneroso (1 milione) con diritto di riscatto (12 milioni). Senza obbligo il portoghese non si muove. Così come Scamacca, cercato nelle ultime ore anche dall’Inter.

Il problema per Pinto rimane lo stesso da settimane: in questo momento la Roma non può esporsi economicamente. Prima bisogna cedere i tanti calciatori sulla lista dei partenti: da Ibanez Karsdorp, passando per Spinazzola. Creando spazio salariale che dia respiro al transfer balance. Termini finanziari che poco hanno a che fare con i sogni di mercato dei tifosi e le urgenze di Josè Mourinho. Ma questa è la realtà a Trigoria, per ora. Da qui la serenità — che fa rima con necessità — di aspettare. Che il Psg dia l’ok ad un’operazione per Renato Sanches in stile Wijnaldum e che la parola data da Morata a Dybala e Mou possa bastare.