Il figlio di Montella lascia la Roma: niente Samp, andrà a studiare all’estero

montella alessio

Gazzetta.it (F.Oddi) – Montella-Roma, è finita: ieri, nel giorno in cui papà Vincenzo è uscito dalla Coppa Italia per mano del Milan, la Lega Calcio ha ufficializzato, con la pubblicazione delle liste di svincolo suppletive, l’addio al club giallorosso del figlio Alessio, attaccante 16enne. Un divorzio consensuale: la Roma la scrematura del settore giovanile la fa a giugno, salvo casi eccezionali quelli che vanno via a metà stagione sono quelli che lo hanno chiesto. È stato questo anche il caso del tecnico della Sampdoria: con il cartellino in mano, però, il figlio non lo raggiungerà a Genoa, città in cui è nato il 2 marzo del ’99. Anche perché, visti i risultati, è difficile fare previsioni su quanto il padre si fermi ancora sulla panchina doriana.

MAI INCROCIATI — La cosa curiosa è che Montella figlio e Montella padre non sono mai stati tesserati contemporaneamente per il club giallorosso: il ragazzo venne tesserato nell’estate del 2011, proprio quella in cui il padre cominciava ad allenare il Catania, dopo la cocente delusione avuta dai giallorossi, che avevano valutato la sua conferma, dopo il subentro a Ranieri, per poi scartare l’ipotesi e ingaggiare Luis Enrique. Durò un anno Alessio Montella a Trigoria: fu inserito in un gruppo di 51 giocatori, considerato molto competitivo, a fine anno fu coinvolto nell’inevitabile sfrondatura.

IL RITORNO — Tornò al Palocco, il club dilettantistico da cui proveniva, il sogno di fare il calciatore sembrava sfumato, ma a sorpresa, un anno dopo – con tutto che i rapporti del padre con il club non si erano certo rasserenati – la Roma se lo andò a riprendere, inserendolo nella rosa dei Giovanissimi. Che a fine anno vinsero lo scudetto, battendo la Juventus, ma Montella jr non era stato neppure convocato per la fase finale. Rimase alla Roma, giocò con gli Allievi Regionali, venne scelto come rigorista, si prese lo sfizio di segnare alla Lazio, come papà aveva fatto tante volte – 4 in una sola partita – e all’inizio di quest’anno era tra i 18 della formazione Under 17 ( fino a pochi mesi fa chiamati Allievi Nazionali). L’anno era cominciato bene, almeno fino al tesseramento del romeno Flueras, attaccante come lui: 8 presenze nelle prime 9 partite, quattro da titolare, due gol.

MOTIVI DI STUDIO — Era l’ultimo anno prima della Primavera, in estate ci sarebbe stata l’ultima scrematura: non lo riguarderà, è andato via prima, si dice che la famiglia voglia mandarlo a studiare all’estero. Il calcio, una volta tanto, viene dopo. E non è detto che non possa tornare, e non sono perché ci sono college dove gli sportivi sono molto richiesti: un dicembre di qualche anno fa Angelo Di Livio portò via il figlio dalle giovanili della Roma, sempre per motivi di studio. Era iscritto a una scuola internazionale e faticava dopo le lezioni ad arrivare a Trigoria per gli allenamenti: l’estate successiva riuscì ad organizzarsi e ce lo riportò. E Lorenzo Di Livio, ormai 18enne, quest’anno è già andato cinque volte in prima squadra con Rudi Garcia.

PER APPROFONDIRE LEGGI ANCHE

I più letti