Corriere dello Sport (R. Maida) –  Da una stagione all’altra, Mourinho sta finalmente degustando la bollicina del cambiamento. Almeno in campionato, dopo il lungo lavoro estivo di ristrutturazione tattica, i risultati ne supportano la ricerca: non si vede quasi più la squadra solida, battagliera e sparagnina che aveva la tendenza a mantenere il punteggio basso per avvicinarsi alle grandi europee.

Adesso si comincia a vedere una squadra che controlla le partite e a volte le domina, anche se poi ritarda spesso l’accelerazione decisiva: che 13 gol su 27, quasi la metà, siano arrivati nell’ultimo quarto d’ora delle partite è per certi versi un elemento positivo, denota e connota il carattere del gruppo, ma è anche una spia da non sottovalutare.

Lo scorso anno, dopo 14 giornate, la Roma aveva 2 punti in più ma giocava con meno naturalezza il pallone. Nella classifica del possesso palla era decima con il 50,6 per cento di media. Oggi invece è terza con il 55,4%. Questo non è un dato che di per sé assicura benessere, tanto è vero che le prime due in questa categoria sono Napoli e Fiorentina, non le battistrada Inter (sesta) e Juventus (tredicesima), ma certifica il tentativo di assumere sembianze diverse, di rendersi meno leggibili.