La Fifa pagò l’Irlanda per il mani di Henry

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La Gazzetta dello Sport (F. Licari) – Se l’editoriale del New York Times invita Sepp Blatter a dimettersi subito, e non tra sei mesi, vuol dire che la partita non è finita e qualcosa di grosso può succedere presto. Se il quotidiano americano scrive così – ed è il più informato da ministero della giustizia e Fbi –, potrebbe anche essere un messaggio per l’ex «boss»: arrenditi o non faremo prigionieri. Il Nyt si chiede anche perché questa mossa a sorpresa soltanto quattro giorni dopo l’elezione. Suggerimento degli avvocati per difendersi meglio dalle accuse in arrivo? Richiesta degli sponsor? In ogni caso fa un po’ sorridere il comunicato che annuncia che Blatter e il presidente del comitato di controllo, Domenico Scala, stanno cominciando a lavorare per le riforme. Sarebbe meglio agire, ma in silenzio. Ci pensano gli altri a parlare. E le rivelazioni diventano imbarazzanti.

PAGATA L’IRLANDA! Non c’è soltanto il mitico Jack Warner al centro di tutto. Si scopre, per esempio, che la Fifa ha pagato di nascosto l’Irlanda per indennizzarla della mancata qualificazione al Mondiale 2010 (ricordate la mano clamorosa di Henry?): lo ha ammesso il direttore generale irlandese John Delaney, specificando che la cifra è coperta da segreto. Sarebbero 5 milioni di euro. Storia incredibile che spiega tanto dell’etica Fifa. Temendo che la nazionale di Trap, che ancora non ci dorme la notte, potesse fare causa, Zurigo propose «un accordo confidenziale. Fu un ottimo e legittimo affare. Era un giovedì. Lunedì avevamo già firmato e tutto era stato fatto».

RUSSIA-QATAR MURO C’è anche chi resiste. I tedeschi – l’ex ministro dell’interno Schilly – negano di aver comprato il 2006 (superarono il Sudafrica 12­11 con la strana astensione del neozelandese). Il ministro dello sport russo Mutko assicura: «Nessun rischio che sia cambiata sede nel 2018». Il Qatar sostiene che dietro le accuse «c’è razzismo». In realtà sia 2018 (la minaccia russa) sia il 2022 (con implicazioni religiose) sono 2 edizioni difficili da togliere ai (legittimi?) proprietari, anche se l’Fbi sta investigando proprio su quelle votazioni. La Francia s’arrabbia per le voci sulle mazzette per l’edizione ’98: se ci sono state, sono partite, pare, dal Marocco.

BLATTER ALIEN E c’è infine chi sogna. Come il ministro della cultura inglese che si dice «pronto a ospitare i Mondiali del 2022». Ora tutto può succedere ma, se già nel 2018 il torneo si svolgerà in Europa, è probabile che siano Usa o Australia a essere scelti. Non gli inglesi. Ai quali però, parole dell’ex presidente federale David Bernstein, spetta il paragone più bello: «Blatter è come Alien. Per quanti sforzi faccia l’equipaggio dell’astronave per buttarlo fuori, lui resiste, e quando sembra espulso si aggrappa all’esterno». Il presidente Greg Dyke è più prosaico: «Se ne vada subito». E chi al suo posto? La lista si allunga e si accorcia ogni giorno, con Platini e il principe Ali sempre in pista, con l’entrata di Zico e l’ascesa dello sceicco kuwaitiano Al­Sabah. Un po’ presto. Mentre le parole dello speaker delle Casa Bianca – degli scandali Fifa si potrebbe parlare al G7 in Baviera – rendono più esplicito quanto era già chiaro: la cacciata di Blatter è un affare di Stato.

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