Genoa e Roma, contatti per Rincon. Sul piatto c’è Iturbe

La Repubblica (M.Macor) – Un po’ spuntato, parecchio sfortunato, in generale troppo “corto”. Nella grande notte di Pietro Pellegri da Pegli, da giovedì sera il più giovane mai visto in serie A e forse il simbolo più bello del gran lavoro fatto in questi anni dalla cantera griffata Barabino&Partners, l’esordio del baby talento rossoblù ha evidenziato una volte per tutte – oltre che il momento scalognato del Grifo – il bisogno di rinforzi che ha l’attuale rosa genoana. Se l’orgoglio di tutta una piazza nel vedere finalmente tra i grandi la stellina delle giovanili ha spazzato via da subito (o quasi) la delusione per l’ennesima sconfitta immeritata, è innegabile che alla pausa natalizia il Genoa di Juric sia arrivato con gli uomini contati. E soprattutto, a maggior ragione con due pezzi da novanta come Pavoletti e Rincon sul piede di partenza, che già dalle ferie natalizie ci sarà da lavorare in vista della sessione invernale di calciomercato. Se ieri è stata la giornata delle celebrazioni per il più giovane esordiente nella storia del calcio italiano, da ora – ancora più di prima – con tutti gli occhi delle grandi d’Europa addosso («stiamo ancora metabolizzando quanto è successo – ha parlato per il figlio papà Pellegri, Marco, team manager della primavera di Stellini – Pietro è felice per l’esordio, ma un po’ giù di morale per la sconfitta»), dalla prossima settimana a Villa Rostan l’obiettivo sarà insomma uno, e molto chiaro. Rinforzare una squadra che salvo sorprese perderà a metà campionato (e obiettivi non ancora raggiunti) i pezzi più importanti, sostituire adeguatamente i titolari destinati altrove, e puntellare una rosa con rincalzi di qualità che rendano la panchina del Grifone un po’ più lunga e di spessore.

Al netto della bella, bellissima storia di Pellegri, su cui ieri ha detto la sua anche il “papà” di tutti i talenti nati e cresciuti tra i grifoncini, Michele Sbravati («va lasciato crescere gradualmente, ha i margini di miglioramento dei giovani e grandissime prospettive, ma deve continuare a lavorare sodo perché la strada è lunga»), nel gelo di Torino l’intero peso dell’attacco rossoblù era sulle spalle di tre poco più che ventenni come Simeone, Ninkovic e Ocampos, e due panchinari ormai fissi come Gakpè e Pandev, altre scommesse perse della campagna acquisti della scorsa stagione. Con Pavoletti già lontano (in busta paga il Napoli gli ha promesso 1,9 milioni più bonus per 4 anni, al Genoa arriveranno 15 milioni bonus compresi e di fatto un’opzione per Zapata per l’anno prossimo), insomma, servono uno o due investimenti solo in attacco. In ballottaggio ci sono sempre Djordjevic della Lazio (da tempo separato in casa a Formello) e l’ex Pinilla, con il sudamericano che per ora parrebbe leggermente favorito sul serbo anche per questioni economiche, visto che costerebbe quasi un milione in meno del centravanti laziale (tra i 1,8 e i 2 milioni contro i 2,5, 2,8 di Djordjevic), ma non è detto che in avanti non si decida di ingaggiare anche un altro elemento, magari scommettendo sull’estero. A centrocampo, poi, sempre più in bilico Rincon (ai primi di gennaio si rivedranno il procuratore del giocatore e dirigenti romanisti, prezzo fissato a 10 milioni con la possibilità di includere nell’affare Iturbe), nonostante la crescita di Cofie e la sicurezza di poter contare (una volta rientrato dall’infortunio) su Veloso, a prescindere dalla partenza del numero 88 rossoblù almeno un innesto sarà programmato.

Il bresciano dell’Under 21 Morosini è già stato opzionato, ma potrebbe non bastare. Del resto, nonostante gli ultimi due immeritati scivoloni, rispetto alla stagione passata il Genoa chiude l’anno con 7 punti in più, che per il gioco espresso avrebbero potuto essere il doppio. E per le sue potenzialità, forse, meriterebbe più di un regalo dal mercato. A ribadirlo, con la solita autorevolezza, ieri pomeriggio è arrivato anche un tweet di capitan Burdisso: «Meritiamo più di 23 punti, prendiamoli nel 2017».

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