Gazzetta dello Sport – Scommesse sul Mondiale, Onazi tra gli intercettati

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Il Mondiale di Ogenyi Onazi sarà ricordato solo per il brutto infortunio nella gara contro la Francia (intervento killer del francese Matuidi, punito solo con un giallo). Poteva andare peggio. Perché il giocatore della Lazio in quel periodo era sotto intercettazione da parte della Procura di Cremona. Sì, le combine erano ritenute una minaccia grave anche nella competizione più importante. La Fifa aveva lanciato l’allarme lo scorso maggio: «Sappiamo che alcune organizzazioni criminali hanno approcciato giocatori e arbitri per corromperli». Una delle partite considerate a rischio era Iran-Nigeria, con la nazionale africana finita nel mirino dopo aver disputato una amichevole contro la Scozia (finita 2-2): l’over aveva attirato un volume di scommesse anomalo tanto da far scattare una indagine preventiva da parte del dipartimento della polizia inglese. Indagine ali mentata dal risultato finale e da un piccolo particolare: un clamoroso autogol causato dal portiere Ejide, con pallone smanacciato in porta dopo un cross. «Prodezza» vanificata dall’arbitro: rete annullata per una presunta (molto presunta) carica sul portiere. In ogni caso le notizie sulle possibili interferenze dei boss di Singapore sul Mondiale erano rimbalzate a Cremona che da anni ha chiesto l’arresto di Dan Tan, considerato il capo dei capi e arrestato dall’Interpol nel settembre 2013. Ecco perché il pm Di Martino aveva deciso di mettere sotto controllo il cellulare usato in Italia dal giocatore della Lazio.

NULLA DI FATTO La speranza di ascoltare una conversazione utile all’indagine e magari pizzicare qualche pesce grosso dell’organizzazione criminale è rimasta una speranza. Nessuno ha contattato Onazi e le telefonate effettuate dal calciatore con quella scheda sono state di altro tenore. Non solo, la partita nel mirino (contro l’Iran) è finita 0-0, un risultato molto diverso dall’over, il marchio utilizzato nelle combine. Onazi non è stato l’unico nigeriano a essere intercettato, almeno un altro compagno (forse con un passato in Italia) avrebbe subito le stesse attenzioni. E anche un dirigente del la nazionale africana sarebbe stato monitorato. Per fortuna nessun tarocco è venuto a galla, ma le carte di questa storia sono finite lo stesso nell’inchiesta sul calcioscommesse.

TEMPI LUNGHI A proposito, da ieri a Cremona gli avvocati dei 130 indagati a cui è stata notificata la chiusura inchiesta stanno cercando di ritirare il materiale depositato per preparare le memorie difensive. Non è semplice: ci sono quasi 100 mila pagine da prendere. Circa un 30% è stato digitalizzato in una chiavetta, ma il resto è da fotocopiare. Del resto i faldoni racchiudono oltre 4 anni d’indagine e l’attesa del processo non sarà breve. Il pm dovrebbe formulare le richieste di rinvio a giudizio (tra i nomi coinvolti ci sono quelli di Mauri, Doni, Conte, Colantuono, Signori, Sartor, Bressan) tra fine aprile e inizio maggio, ma l’udienza preliminare dovrebbe slittare per ragioni tecniche (notifiche in primis) a settembre. Questo vuole dire che l’eventuale processo partirà solo tra febbraio e marzo 2016. Nel frattempo non sono esclusi colpi di scena e nuovi approfondimenti da parte del pm. C’è poi tutta la parte che riguarda gli stranieri (Gegic, Ilievski e gli ungheresi): tra rogatorie e traduzioni è possibile uno stralcio.

GIUSTIZIA SPORTIVA L’estate, invece, dovrebbe essere il palcoscenico per il nuovo processo sportivo. Palazzi si è sentito nei giorni scorsi con Cremona. Nelle prossime settimane spera di avere tutti gli atti. Poi dovrà mettersi sotto per individuare le posizioni da mettere sotto accusa. I passi successivi saranno le audizioni, i probabili deferimenti e l’eventuale processo. Rischiano in tanti, a cominciare dall’Atalanta, da Colantuono al d.s. Zamagna. E ancora, da vagliare la posizione di Pellissier e del Chievo, di Vives, del d.s. del Perugia Goretti, del portiere Concetti e di molti altri giocatori e dirigenti.

La Gazzetta dello Sport – F. Oddi

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