Garcia punta sul nuovo modulo e sugli interpreti più in forma

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Il Messaggero (U. Trani) – Il sistema di gioco, gli interpreti e soprattutto la forma dei singoli: il destino della Roma,nella volata per l’accesso diretto alla prossima Champions, dipenderà da questi tre fattori. Che diventeranno fondamentali solo se sarà fatta chiarezza sulla situazione confusa delle ultime settimane. Garcia, a 6 turni dal traguardo, deve insomma ritrovare la lucidità delle giornate migliori e non commettere più errori nelle valutazioni e negli interventi. Domani sera la Roma gioca a Reggio Emilia contro il Sassuolo e, per restare in scia della Lazio, non può fare ancora cilecca dopo la frenata nelle ultime 3 partite (2 punti). L’ultimo successo alla vigilia di Pasqua (4 aprile), 1 a 0 contro il Napoli e pesantissimo guardando oggi la classifica.

ATTACCO IN CRISI Domenica pomeriggio Sabatini si è presentato al Bentegodi per Verona- Sassuolo per seguire due attaccanti della formazione di Di Francesco, l’esterno Sansone e il centravanti Zaza (al ds piace da tempo anche Sala, laterale basso/alto gialloblu). Il reparto offensivo è da rifare. Un anno fa, dopo 32 gare, i giallorossi avevano realizzato 65 reti. Oggi sono solo 43, con 8 club di A, non solo la Juve prima e la Lazio seconda, capaci di segnarne di più. Ne mancano 22. Sono quelli che, allo stesso punto del torneo, permettevano alla Roma seconda di avere 8 punti di vantaggio sul Napoli terzo e 21 sulla Fiorentina quarta. Proprio al 32˚ turno, al Sant’Elia contro il Cagliari, la tripletta con cui Destro salì a 13 gol che gli bastarono per essere il miglior marcatore giallorosso della stagione scorsa. Ora bisogna accontentarsi delle 8 reti di Ljajic e delle 6d i Totti. Il rendimento delle punte è scadente: la Roma in campionato non fa 2 gol da quasi 3 mesi (8 febbraio): 2 a 1, sempre a Cagliari. E 2 delle ultime 3 reti sono arrivate su rigore. Il capitano, al Bentegodi contro il Verona, ha firmato l’ultima su azione di un attaccante. Garcia, contro il Sassuolo, cambierà ancora il tridente). Magari rinuncerà in partenza a Totti e utilizzerà due ali, Gervinho e Iturbe (in ballottaggio con Ibarbo), con Pjanic trequartista, ripartendo dal 4-3-1-2 che ha funzionato per 20 minuti control’Inter.

FIGLI E FIGLIASTRI Adesso, però, più che l’affetto deve contare la condizione atletica nelle scelte dell’allenatore. Che, davanti al gruppo, non si può permettere di fare distinzioni. Nemmeno Gervinho, dunque, ha più il posto garantito.Anche perché non è servito a niente l’incontro, organizzato dai dirigenti la scorsa settimana, in coincidenza con il rientro in campo da titolare contro l’Inter: l’ivoriano ha ascoltato Sabatini e Baldissoni che, alla presenza anche di Massara (a fare da interprete), gli hanno ricordato quante volte la società e l’allenatore sono stati comprensivi e generosi con lui (tra ritardi perdonati e permessi concessi). Gli hanno chiesto impegno, applicazione e concentrazione in questofinale diannata.

DUBBI E LAMENTELE Pjanic, domenica pomeriggio, ha avuto il permesso dal club giallorosso di spostarsi a Sarajevo. Il viaggio, legato a un impegno con uno sponsor, non è stato preso bene all’interno dello spogliatoio, in particolare dopo le sue dichiarazioni a Milano sull’atteggiamento dellasquadra durante il lavoro quotidiano. C’è chi ha fatto notare che il centrocampista, uscito dal campo con i crampi, avrebbe fatto bene a riposare. E’ disponibile, comunque, per la gara di Reggio Emilia. Anche Ljajic sta bene. Si è fermato Holebas: affaticamento agli adduttori. Se non ce la fa, Torosidis favorito su Cole. A proposito di Maicon, la Roma smentisce che la stagione del terzino sia già finita: ultimamente passa pure 4 ore al giorno a Trigoria per tentare il recupero per queste ultime gare. Di sicuro, però,Di sicuro, però, nel suo contratto c’è una clausola che, in caso di assenza prolungata dall’attività agonistica (partite ufficiali), consente al club la rescissione.

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