Fonseca, prove di separazione ma bisogna aspettare lo United

La Repubblica (F. Ferrazza) – I Friedkin non hanno esonerato Fonseca e il tecnico non ha intenzione di lasciare la panchina della Roma prima del termine della stagione. Che vuol dire il ritorno della semifinale d’Europa League, contro lo United (giovedì sera) e altre quattro gare di campionato (la penultima contro la Lazio).

Nessun segnale da leggere quindi nel giorno di riposo a sorpresa concesso alla squadra dal portoghese dopo la sconfitta con la Sampdoria, se non un’ulteriore resa di fatto di fronte a una situazione diventata calcisticamente drammatica. I fatti sono noti: ieri Fonseca è stato convocato dalla proprietà, presente anche Tiago Pinto, a Trigoria, per un confronto di un’oretta, all’interno del quale il presidente Dan si è confrontato a viso aperto con il mister, arrabbiato per il rendimento disastroso delle ultime settimane della squadra, e non d’accordo con la valutazione da settimo posto fatta dall’allenatore in diretta su Sky dopo la sconfitta di Genova.

[inline]

Friedkin ha chiesto a Fonseca se se la sentisse di andare avanti e il tecnico non ha fatto mezzo passo indietro, intenzionato ad andare a fondo, se necessario, con i giocatori. Anche perché la gara di ritorno con lo United va ancora giocata e seppure resta ai limiti dell’impossibile recuperare il 6-2 dell’andata, formalmente va atteso quell’impegno.

Quello che è meno noto, però, è che la Roma non ha alcuna certezza che sarà Sarri a sedere sulla panchina giallorossa la prossima stagione, per una trattativa stoppata subito dopo i quarti di finale di coppa, con l’ultimo incontro fisico tra i vertici giallorossi e l’ex Juve che risalirebbe addirittura a gennaio.

[inline2]

Le parti non stanno affatto in uno stadio avanzato della trattativa, quindi, anche se Sarri — che avrebbe avanzato delle richieste economiche e organizzative impegnative per i giallorossi — resta il primo nome sull’agenda di Tiago Pinto, su cui, in seconda battuta, compaiono anche Juric e De Zerbi.

[inline3]

Tra l’altro Sarri, ancora sotto contratto con la Juve, ha una clausola per il rinnovo automatico con i bianconeri che scade a fine mese, della quale a Torino possono liberarsi pagando al tecnico 2,5 milioni di euro. Insomma, non si naviga a vista, ma i tempi per la costruzione della Roma del futuro rischiano di rallentare.

 

PER APPROFONDIRE LEGGI ANCHE

I più letti