La Gazzetta dello Sport (E. Esposito) – Quei dieci secondi di insulti sessisti continuano a rimbalzare sui social, dividendo tra chi banalizza la scena e chi chiede una punizione esemplare per Folorunsho. Per molti, infatti, si è superato di gran lunga il limite del classico battibecco in campo: le offese sono state ripetute, pesanti e accompagnate da gesti inequivocabili. Eppure l’unica conseguenza immediata è stato il giallo mostrato da Zufferli. Il paradosso è che ora il centrocampista del Cagliari rischia di non essere sanzionato ulteriormente. Se nel referto arbitrale risultasse che il direttore di gara ha percepito anche gli insulti durante l’azione che ha portato ai cartellini, la vicenda si chiuderebbe lì: niente doppio giudizio per la stessa violazione. Anche la prova TV non aiuterebbe, perché non può essere applicata per frasi denigratorie (vale solo per bestemmie), e resta da capire come il VAR non abbia segnalato nulla, visto che il regolamento permette l’intervento in caso di condotta ingiuriosa grave.
In teoria, entrambi i giocatori dovrebbero essere ascoltati dalla Procura per ricostruire l’accaduto — e se emergesse che Hermoso ha risposto allo stesso livello, sarebbe giusto sanzionare anche lui. Per ora, però, lo scenario non sembra questo. E resta l’amarezza: in un periodo in cui il calcio italiano si schiera simbolicamente contro la violenza sulle donne, quelle immagini di violenza verbale fanno ancora più male.



