Emozione Roma. Una notte magica

Corriere dello Sport (E.Intorcia) – Finisce con la Roma sotto la Sud, che fa festa dopo aver rovinato la festa alla Juventus. La Roma e Roma che cantano come ai bei tempi. Giochi ancora aperti, dice la matematica: se proprio scudetto bianconero sarà, non sarà celebrato in casa giallorossa. Roma-Juve è tante cose, è soprattutto il preludio al Totti-day: ieri sera record stagionale di presenze, uno stadio pieno e colorato come nei giorni migliori, con 53.023 paganti, tra biglietti (34.001) e abbonamenti (19.022) per un incasso di 2.373.269 euro. Un primato destinato a durare poco: il tempo di arrivare a Roma-Genoa, il Totti-day. Lo stadio è in visibilio, forse una vittoria così qualcuno faceva anche fatica a pensarla. Ma arriva, scongiura la festa della Juve a casa tua, e soprattutto mostra una Roma che ne secondo tempo diventa rabbiosa, tenace. E dopo aver pareggiato la partita subito, nel primo tempo, usa la ripresa per ribaltare il match e metterlo in cassaforte insieme al secondo posto.

L’ARRIVO ALLO STADIO – Tanto traffico, ma era inevitabile. E controlli molto scrupolosi nel prefiltraggio. C’è un fiume colorato che riempie la zona dell’ostello, tra viale delle Olimpiadi e viale dei Gladiatori, con maglie giallorosse che si mescolano a qua e là a quelle poche bianconere che puntano a mimetizzarsi soprattutto in tribuna Montemario. Con la variante di qualche completino da tennis indossato da chi, all’ora dell’aperitivo, lascia il Foro Italico dove sono già iniziati gli Internazionali.

CORI E FISCHI – La sfida sugli spalti è giocata con i tormentoni di sempre: da una parte le rime sugli juventini e la famiglia Agnelli, dall’altra quell’ironico “vincerete il tricolor” intonato dai bianconeri anche dopo il pareggio di De Rossi prima della debacle dei Campioni. Il prepartita della gara più attesa s’allunga di qualche minuto, colpa di un infortunio che ha fermato nel riscaldamento l’assistente Tonolini, designato come primo guardalinee, dunque quello destinato a muoversi davanti alle panchine. Il quarto uomo Paganessi va a sbandierare al suo posto, Tonolini resta su quella fascia a svolgere le funzioni di quarto uomo. In tribuna tanti volti noti: uno si fa notare più degli altri. E’ quello di Paulo Sousa, il tecnico portoghese della Fiorentina che prende appunti. Siamo in tempi di scelte, c’è chi ci ricama sopra.

VERSO IL TOTTI DAY – C’è prima la trasferta a Verona con il Chievo, ma è già nell’aria Roma-Genoa, è già nell’aria il Totti day: quando il capitano entra, finalmente, ed è già passato il novantesimo, l’Olimpico lo acclama dopo aver inviato messaggi chiari già nel lungo prepartita. In Nord viene esposto uno striscione eloquente: rinnovo per il capitano. Dalla Sud e da tutto lo stadio, invece, piovono fischi quando, alla lettura delle formazioni, lo speaker pronuncia il nome di Spalletti. Oltre a quell’abbraccio, Totti ne riceve uno speciale in quei minuti: quello di Alex Del Piero. Il primo piano dei due campioni del mondo è una delle immagini simbolo di questa notte. Tanti significati nascosti in quel gesto: cinque anni fa Del Piero giocava la sua ultima partita con la maglia della Juve e ha già vissuto tutto questo.

PER APPROFONDIRE LEGGI ANCHE

I più letti