Elsha & Perotti, sfida al passato per far volare la nuova Roma

La Gazzetta dello Sport (M.Cecchini) – Forse non è un luogo comune, forse non è solo roba da cantautori ammalati di malinconia, forse è proprio vero che hanno uno sguardo «un po’ così» quelli che hanno visto Genova, come scriveva Paolo Conte (e cantava Bruno Lauzi) nel 1975. Ecco, Stephan El Shaarawy e Diego Perotti hanno visto la città della Lanterna e l’hanno anche amata, sopratutto la parte rossoblù. Domenica, però, non ci sarà spazio per le questioni di cuore, perché la Roma andrà a Marassi per vincere e continuare a seguire un fantasma chiamato Juventus e un sogno chiamato scudetto.

LE ORIGINI DEL FARAONE – L’attaccante azzurro ha giocato nel Genoa dal 2008 al 2010 e – prima dell’esplosione del quindicenne Pellegri – era stato il più giovane giocatore rossoblù ad esordire in Serie A: era il 21 dicembre 2008 e quello che sarebbe diventato il Faraone aveva appena 16 anni, un mese e 24 giorni. Logico, però, come nel Genoa il suo ruolo fosse quello di punta di diamante della Primavera (con cui vinse lo scudetto), tant’è che in generale in massima serie assommò solo tre presenze prima del trasferimento al Milan.

LA RIVINCITA – Il discorso è diverso se ci riferiamo a Perotti. il fantasista argentino era giunto in Liguria a 26 anni, nella piena maturità, dopo che il prestito al Boca Junior da parte del Siviglia si era rivelato fallimentare per via dei soliti infortuni che hanno costellato la sua carriera fino all’approdo in giallorosso. Le due stagioni e mezzo in rossoblù, però, hanno avuto il potere di rivelare appieno il suo talento alle nostre latitudini e quindi non ha sorpreso nessuno il fatto che la Roma, proprio un anno fa, aveva virtualmente concluso il suo trasferimento a Trigoria. D’altronde le 43 partite giocate in A col Genoa deponevano bene; semmai il suo tallone d’achille apparivano i soli 5 gol segnati. Un difetto, se vogliamo, non cancellato neppure dalla cura Spalletti, nonostante l’implacabilità dal dischetto lo abbia fatto diventare uno dei cannonieri giallorossi (8 le reti finora realizzate, di cui 7 su rigore).

DESTRA? NO, GRAZIE – E allora domenica Spalletti, per compensare l’assenza di Salah – partito per la Coppa d’Africa – dovrà puntare proprio sui due ex genoani per chiedere strada alla squadra di Juric. Ma la situazione è più complicata di quanto si creda, visto che entrambi i giocatori – come ha ammesso lo stesso Spalletti – non gradiscono di giocare sulla fascia destra, di competenza dell’egiziano. E allora è probabile che tocchi all’argentino adattarsi, a meno che a sinistra non venga schierato prudenzialmente Emerson e a quel punto a rischiare il posto da titolare sarebbe il Faraone. Ma l’allenatore giallorosso deve fare fronte anche ad altri problemi, visto che ieri si è fermato ancora Vermaelen.

VERMAELEN K.O. – Nella grandine di Trigoria, il belga ha accusato un problema al polpaccio sinistro ed è dura che giochi a Marassi. Se a questo si aggiunge che Manolas si allena a parte, si capisce come la retroguardia metta ansia. Forse per questo gli ex genoani che garantiscono trazione anteriore sarà bene tenerli al caldo.

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