Effetto Olimpico. Roma, te lo ricordi?

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La Gazzetta dello Sport (C.Zucchelli) – Stavolta, se come prevedibile si toccherà quota 50mila, saranno 50mila veri. Reali. Effettivi. Paganti ma anche — e soprattutto — presenti. Perché non essendoci abbonati, tutti i tifosi che hanno comprato i biglietti per la partita di mercoledì contro il Real Madrid andranno allo stadio e non succederà come in campionato, dove la curva Sud è ormai vuota da mesi per protesta contro le autorità e, in seconda battuta, il presidente Pallotta.

CURVA SÌ, GRUPPI NO – Stavolta il cuore del tifo romanista sarà quasi al completo, ma non ci saranno i gruppi organizzati: gli ultrà andranno (in buona parte, ma non tutti) in Tevere, dove non ci sono barriere, la curva sarà riempita da altri tifosi, che hanno acquistato il biglietto in fase di vendita libera, visto che gli abbonati non hanno approfittato della prelazione. È presto per dire se il ricambio di tifosi sarà solo temporaneo o definitivo, e il primo banco di prova si avrà già col Palermo: l’incontro tra i club e il Prefetto, che ha portato a una piccola apertura nei confronti dei tifosi (per adesso però di rimozione delle barriere non si parla), servirà a qualcosa o i gruppi resteranno a casa? Luciano Spalletti spera che il messaggio venga colto, un giorno sì e l’altro pure parla dell’importanza dell’Olimpico e della curva, lui che era abituato a ben altri numeri: nel 2008, quando la Roma affrontò proprio il Real, gli spettatori erano più di 60mila.

CINQUE MESI FA – Poco meno ce n’erano a settembre, quando la squadra di Garcia pareggiò 11 col Barcellona, di fatto l’ultima gara con la Sud al completo. Da quel giorno la situazione non è migliorata, e l’andamento non all’altezza della Roma ha contribuito ad allontanare anche gli spettatori degli altri settori, già provati da difficoltà logistiche e dal prezzo dei biglietti. Quando Spalletti è tornato sulla panchina giallorossa, col Verona, c’erano sugli spalti meno di 25mila persone. Gliel’avevano raccontato, lo stadio triste e senza passione, ma è rimasto lo stesso spiazzato.

LUCIO E I CALCIATORI – Per questo ribadisce sempre l’importanza della curva: è un argomento che gli sta a cuore — i figli spesso hanno visto lì le partite — e non è retorica quando ammette che: «La Roma inizia al centro del campo e finisce nella sua curva». A Modena mentre i calciatori stavano rientrando negli spogliatoi, li ha richiamati per andare a ringraziare i tifosi. «Quando ci sono si sentono, abbiamo bisogno di loro», è il mantra che ripete l’allenatore, e anche i calciatori ne parlano spesso: c’è chi lo fa pubblicamente (Pjanic, De Rossi, Florenzi e Nainggolan, tanto per citarne alcuni) e chi invece preferisce il confronto negli spogliatoi, ma per tutti non è facile giocare in uno stadio dove i tifosi sono pochi e silenziosi. Soprattutto gente come Dzeko, Rüdiger e Szczesny, abituati agli impianti tedeschi e inglesi, ripete in privato: «Il calcio senza tifosi non esiste». Mercoledì però la Roma non giocherà in un acquario: oltre ai romanisti ci saranno anche un migliaio di tifosi spagnoli nel settore ospiti.

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