Dzeko. La Roma lo consola: riscatto a Bergamo

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Corriere dello Sport (R.Maida) – E’ stata un’espulsione comica, più che rabbiosa. Edin Dzeko non ha picchiato nessuno: ha tirato giù i pantaloncini del greco Papastathopoulos, difensore del Borussia Dortmund con un passato poco brillante al Milan, ed è stato cacciato per somma di ammonizioni. Sdrammatizzando, si potrebbe parlare di espulsione per molestie sessuali. La Grecia poi ha raggiunto la Bosnia sull’1-1 al minuto 95 e Dzeko ha perso la testa per la sanzione subita, scrivendo ieri mattina un tweet minaccioso: «Grazie per l’inospitalità, non vediamo l’ora di vedervi a Zenica», per una partita di ritorno che, in un clima di tensione, potrebbe decidere la corsa al Mondiale. Il messaggio poi è stato rimosso, su suggerimento della Roma, per evitare di fomentare una situazione già abbastanza pericolosa.

IL DETTAGLIO – E’ finito male, comunque, il weekend di Dzeko, celebrato in tutto il mondo per il fenomenale inizio di stagione, con la Roma e con la nazionale, ma punito per una violenza che lui giura di non aver commesso. Ammonito giustamente nel primo tempo per un fallo al limite dell’area, Dzeko è stato cacciato dopo essere stato colpito da Papastathopoulos perché da terra, come mostrano le immagini, ha provato ad aggrapparsi all’avversario per rialzarsi ed evitare di prendere colpi. Il tentativo, goffo ma non certo cattivo, ha provocato l’involontario spogliarello del greco, che è rimasto letteralmente in mutande provocando l’ilarità dei telespettatori di tutta Europa. Da lì è nato il parapiglia che l’arbitro svedese Eriksson ha sedato con il secondo cartellino giallo a Dzeko e il rosso diretto a Papadopoulos. Fortunatamente il referto non è stato duro e il romanista, alla seconda espulsione in carriera dopo quella dello scorso anno in campionato contro il Genoa, salterà soltanto la prossima partita della Bosnia contro Gibilterra, che si può considerare scontata. Ma certo la vittoria sfumata, su cui la sua assenza ha inciso, gli ha mandato di traverso il viaggio al Pireo.

UMORE – A caldo Dzeko si è confrontato con l’ex compagno Torosidis (Manolas non era tra i convocati per il problema al naso), manifestando disappunto per le continue provocazioni subite dai giocatori greci. Ma con il passare delle ore si è calmato e già ieri pomeriggio ha fatto sapere alla Roma di essere pronto a tornare per preparare al meglio la sfida di domenica con l’Atalanta. Per molti versi, anche per l’affetto che i tifosi gli hanno sbandierato in rete, il rientro in Italia sarà corroborante: una normalità salutare.

RISCATTO – Lo stadio di Bergamo gli ricorda una delle pagine più grigie della prima stagione in Serie A, con una serie di gol sbagliati che oscura la destrezza dello slalom del 3-3, da lui costruito e da Totti finalizzato. Ma il centravanti che ha segnato 15 gol (Bosnia inclusa) in questo scorcio di annata ha gli strumenti per dimenticare, rimuovere e riedificare. Non c’è mica sempre un Papastathopoulos a guastargli la festa.

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