Diritti tv, meno soldi alla Juve

Il Tempo (S.Pieretti) – Un calcio più equilibrato. Ieri il Ministro dello Sport Luca Lotti ha firmato il decreto sui nuovi criteri di ripartizione dei diritti televisivi del Campionato di serie A. Un grande passo in avanti per i club minori che dalla prossima stagione potranno usufruire di maggiori introiti rispetto al passato. Il nuovo contratto di cessione dei diritti del campionato garantirà alla Lega calcio oltre un miliardo di euro che andrà nelle casse dei venti club di serie A. La quota da dividere in parti uguali passerà dal 40% al 50 %, crescerà il peso specifico del risultato sportivo conseguito nell’ultimo campionato (si passerà dal 5% al 15%), diminuirà la percentuale del coefficiente legato ai tifosi (dal 30% al 20%), così come le voci relative alla storia dei club che varrà solo il 5% e quella legata ai risultati degli ultimi cinque anni che peserà solo il 10% complessivo. Alla fine la forbice tra il club più ricco della serie A e quello più povero dovrebbe assestarsi su un rapporto di tre a uno, escludendo ovviamente i ricavi delle singole società relative ad altre voci di bilancio. Secondo le prime stime, ancora tutte da verificare, la Juve potrebbe perdere circa 15 milioni rispetto a quanto guadagna oggi dai diritti tv nazionale, la Roma aumentare il bottino di una decina di milioni, la Lazio di 20 e il Benevento di turno di 15.

«Avremo un campionato più equilibrato e bello – sottolinea il Ministro dello Sport Luca Lotti questo decreto ci consentirà di ridimensionare lo storico gap tra le prime della classe e le cosiddette piccole. Una svolta epocale per l’Italia». Un passo in avanti significativo che renderà – almeno economicamente – il campionato più equilibrato come tiene a sottolineare il Ministro Luca Lotti pubblicando una nota sul suo profilo Facebook. «Una riforma che rappresenta una svolta epocale per il calcio del nostro Paese, non soltanto perché dando importanza ai punti raccolti in campionato non esisteranno più partite inutili di fine stagione, ma anche perché si consentirà di ridimensionare lo storico gap che si è creato tra le prime della classe e le cosiddette piccole, avvicinando la Serie A alla Premier League e alla Bundesliga». Sorridono i club minori, le grandi società accolgono – obtorto collo – la svolta calcistica. In queste settimane si sta portando avanti la rifondazione del calcio italiano, ma c’è ancora tanto da fare come ricorda in chiusura di commento il Ministro dello Sport. «Noi abbiamo fatto la nostra parte – sottolinea Lotti – con questo provvedimento e con le norme per favorire la costruzione di nuovi stadi: ora mi auguro che le governance di Lega e Federazione lavorino per una nuova ripartenza del nostro calcio e del nostro campionato».

PER APPROFONDIRE LEGGI ANCHE

I più letti