Diawara. La Roma al sicuro per il piccolo Yaya

diawara bologna

Il Corriere dello Sport (R.Maida) – Leandro Paredes sembra spaurito, con la divisa della Roma di nuovo addosso, mentre atterra a Dubai. Forse perché sa di essere ancora di passaggio. Da Bologna lo hanno chiamato e Sabatini, che dovrebbe andare proprio al Bologna, potrebbe inserirlo in una conveniente trattativa per Amadou Diawara. Questione di plusvalenze che giovano a entrambi i bilanci: Diawara, che il ds Corvino ha svezzato praticamente gratis, sarà valutato intorno ai 12 milioni. E anche Paredes costerebbe quella cifra, con reciproca soddisfazione: comprato per 4,5 milioni, frutterà il triplo. Non è detto però, anzi. Se la Roma riesce a piazzare Paredes al Liverpool, guadagnerà anche di più. Del resto, lo scopo della cessione è proprio la raccolta di quattrini.

I CONTATTI – Ieri Sabatini, senza annunciare il futuro personale, ha ammesso che Diawara «è un buon giocatore: stiamo integrando la rosa ma in primo luogo ci dobbiamo concentrare sul mantenimento dei calciatori già presenti in organico». Il senso è che Diawara è stato bloccato dopo due incontri avvenuti a Milano con l’ex romanista Fenucci. C’è già una bozza di accordo. Ma la Roma non firmerà transazioni fino a che non conoscerà con esattezza il budget di cui può disporre. Intanto la Juventus ha fatto capolino e di fronte a eventuali tentennamenti è pronta a intervenire. Duello di mercato in vista? A Trigoria si sentono sicuri, grazie agli ottimi rapporti con il Bologna e all’anticipo con il quale hanno prenotato il giocatore. A maggior ragione se Sabatini dovesse diventarne il direttore sportivo, l’affare non sarebbe a rischio. Però occhio ai colpi di scena. E di coda: stavolta i gatti maculati sono almeno due.

IL PERSONAGGIO – Bel tipo, questo Diawara. Classe ‘97, africano della Guinea, ha conquistato Bologna con la personalità: a soli 18 anni è un centrocampista completo che non ha paura di niente. Un piccolo Yaya Tourè, «il mio idolo». Notato da Delio Rossi, che lo ha lanciato in Serie A, è poi esploso sotto la guida di Roberto Donadoni, raggiungendo al primo anno di Serie A addirittura 34 presenze. Nessun calciatore della sua età ha giocato così tanto. E non può essere un caso. Ha conosciuto l’Italia a San Marino in Lega Pro, dove Corvino lo aveva mandato a maturare nella stagione 2014/15: a centrocampo faceva coppia con Sensi, che dopo un fantastico campionato a Cesena in Serie B è stato appena acquistato dal Sassuolo. Ma non si era ambientato, si era chiuso in se stesso, viveva da solo dentro a un residence e in campo non si esprimeva secondo le sue potenzialità. Eppure il talento c’era, tanto che l’allenatore del San Marino, Tazzioli, lo consigliò all’amico Mancini per l’Inter. Non se ne fece nulla perché ormai l’Inter aveva deciso di svenarsi per Kondogbia, che ha caratteristiche simili. E poi Corvino aveva promesso a Diawara che lo avrebbe portato a Bologna. E così è stato.

LACRIME – Diawara è un ragazzo fortunato, rispetto a tanti africani che non hanno raggiunto la meta ambita, e ne è consapevole. Alla prima conferenza stampa a Casteldebole si è commosso davanti ai giornalisti, che non aveva mai creduto potessero interessarsi a ciò che diceva. Ma quando ha il pallone tra i piedi (e pure quando ce l’hanno gli avversari) si emoziona poco. E’ uno di quei centrocampisti che, per dirla con gli allenatori, ribaltano l’azione. Recupera e rilancia, con energia inesauribile. Non ha una tecnica sopraffina ma anche dalla trequarti in su si fa rispettare. Gli è mancato il gol, nel primo campionato giocato in Serie A. Ma arriverà anche quello, piano piano. Quasi certamente a Roma.

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