Di qua Szczesny, di là Skorupski: guida polacca all’uso del portiere

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La Gazzetta dello Sport (D.Stoppini) – Il 6 giugno 2014 Lukasz aveva già esordito in Serie A, il giallo e il rosso erano i colori fissi del suo desktop, la parola prestito l’aveva al massimo intravista in qualche campagna pubblicitaria delle finanziarie. «Ricordiamo pochi portieri forti come lui alla sua età», dicevano a Trigoria. Il 6 giugno 2014 Wojciech non avrebbe mai immaginato di dover lasciare l’Arsenal, la Premier e quell’ombelico del mondo che è Londra su decisione di un allenatore, Wenger, che per la porta aveva altre idee. Il 6 giugno 2014 è stata l’unica occasione in cui Szczesny e Skorupski, nati a 382 giorni di distanza l’uno dall’altro, si incrociati nello stesso albergo, lo stesso ritiro, per la stessa vigilia: maglia della Polonia, Szczesny titolare e Skorupski in panchina, avversario la Lituania. Nelle nazionali giovanili, il primo ha sempre lasciato il posto al secondo: Under 20, poi Under 21, poi chissà.

IN PRESTITO – Vite parallele, due linee che mai si incrociano. Skorupski è nato a Zabrze, Slesia, 305 più a sud di Varsavia, terra di Szczesny. Terra di portieri, in fondo da bambino lo era pure papa Wojtyla. Ma rivali, questi due, non lo sono mai stati. Lo saranno oggi, Wojciech e Lukasz: l’Olimpico è il presente, il passato, magari pure il futuro dei due. Che vivono tra colori che son sospesi: in prestito, tutti e due con l’obiettivo in fisso in testa di dimostrare altrove quello che non sono riusciti (chi per niente, chi non abbastanza) a far vedere alla casa madre.

PRIMO INCROCIO – Perché quel 6 giugno 2014 Skorupski non era ancora stato bocciato da Rudi Garcia. Poche settimane ancora, la sentenza arriva un giorno di fine luglio, negli Stati Uniti: la Roma affronta a Denver in amichevole il Manchester United, il polacco ne combina qualcuna e Garcia affronta a brutto muso il problema con l’interessato e e il suo staff. È l’inizio della fine. In poche settimane a Trigoria si passa dal «quest’anno Skorupski giocherà tante partite» al «sicuramente andrà in prestito, ha bisogno di giocare con continuità per crescere».

Lo sta facendo adesso all’Empoli, prestito che pare un finanziamento davvero, un’assicurazione sulla carriera. Szczesny, invece, la bocciatura l’ha ricevuta da Wenger. E a Roma ha già fatto un giro sulle montagne russe di chi lo ha dipinto prima come nuovo Messia e poi come portiere dai frequenti alti e bassi. Montagne polacche, più giusto dire. Oggi pomeriggio i due portieri faranno un giro della giostra insieme: scalette dell’Olimpico, poi fin dentro il campo. In Polonia, tutti sintonizzati.

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