Di Francesco più di tutti

Corriere dello Sport (R.Maida) – Meglio di tutti, aristotelicamente, sia in potenza che in atto. Lo snodo filosofico, comunque la si veda, è Genova. Se vogliamo considerare il recupero con la Sampdoria, o la prossima partita contro il Genoa, Eusebio Di Francesco ha la possibilità di entrare nel libro dei record della Roma con la migliore partenza di sempre in un campionato di Serie A, alla pari di Rudi Garcia che nel 2013/14 infilò dieci vittorie consecutive e poi tre pareggi, per un totale di 33 punti. Di Francesco si è issato a quota 30 e con un’altra vittoria, che sarebbe la sesta di fila in campionato, eguaglierebbe il predecessore con credibili possibilità di sorpasso, visto che la Roma di allora pareggiò anche la partita successiva. «Vorrei un record tutto mio» diceva Di Francesco dopo aver contribuito alla serie di vittorie esterne consecutive (12, di cui 5 in questa stagione). Beh, l’occasione è dietro l’angolo.

DA SCUDETTO – Il confronto più interessante riguarda un’esperienza diretta vissuta da Di Francesco, calciatore infortunato nell’anno dello scudetto. All’epoca – era l’autunno 2000 – Fabio Capello cominciò con 29 punti in 12 giornate, uno in meno rispetto a oggi. Era un campionato a 18 squadre e non a 20, la competitività media delle squadre era sicuramente superiore, però i numeri confortano l’inizio di Di Francesco che domani a Madrid può addirittura conquistare la qualificazione agli ottavi di Champions League con una giornata d’anticipo. L’ingombrante parata europea non aveva invece turbato il cammino domestico di Garcia e di Capello: il primo non aveva le coppe, il secondo la più docile Coppa Uefa.

MIGLIORAMENTI – Non giocava in Champions neppure Spalletti l’anno scorso, dopo la delusione dell’eliminazione dal playoff estivo contro il Porto. Eppure nelle prime 12 partite la sua Roma fece 4 punti in meno, frutto dei due dolorosi pareggi contro Cagliari ed Empoli in aggiunta alle due sconfitte contro Torino e Fiorentina (equiparabili in termini statistici ai ko di questa Roma contro Inter e Napoli). Se vincerà a Genova, Di Francesco salirà a +7 perché nell’autunno del 2016 Spalletti alla tredicesima partita perse a Bergamo.

DIFESE – Rispetto alla prima parte del campionato scorso la Roma ha guadagnato in solidità difensiva, condizione necessaria per vincere gli scudetti: i gol subiti si sono ridotti del 33% (da 12 a 8), con il portiere Alisson che ha velocemente fatto dimenticare Szczesny. Basti pensare che il collega polacco, titolare con Spalletti e ora riserva di lusso di Buffon, sta tenendo la stessa media-reti al passivo nella Juventus: una a partita (5 in 5, come con la Roma erano 12 in 12).

SPRINTDi Francesco ha cominciato più velocemente anche delle Roma che hanno vinto lo scudetto nell’era dei 2 punti per vittoria: immaginando una proiezione con il regolamento contemporaneo nel 1941/42, con Alfred Schaffer in panchina, alla dodicesima partita avrebbe avuto “solo” 23 punti mentre nel 1982/83, allenata da Niels Liedholm, si sarebbe spinta a 26. Sempre al di sott o q u i n d i dell’exploit di Di Francesco, il condottiero normale che ha rilanciato i giocatori meno reclamizzati (Juan Jesus, Perotti, Bruno Peres, Gerson), ha riportato Nainggolan nel ruolo tradizionale, ha saputo sopperire alle lacune del mercato e agli infortuni, ha creato un gruppo di cemento armato. E’ ancora presto, perché la Roma festeggi ma è già importante avere una materia da cui sviluppare il concetto. Lo diceva anche Aristotele.

PER APPROFONDIRE LEGGI ANCHE

I più letti