Di Francesco: «Nessun caso Radja»

TuttoSport (B.Ciullini) – Annuncia che Nainggolan sarà titolare con l’Inter a conferma che «Radja non è un caso». Glissa sul vertice di mercato a Londra tra il presidente Pallotta e la dirigenza giallorossa: «Io devo prima di tutto riportare la Roma ai suoi livelli». Ammette che parlar di scudetto è prematuro assegnando solo a Napoli e Juve il ruolo di protagoniste per il titolo. «Ma da qui a riempirci di critiche per gli ultimi risultati ce ne corre», insorge Eusebio Di Francesco a difesa del proprio gruppo e del proprio lavoro.

SIAMO INDIETRO – Giacca blu e maglia bianco panna, il tecnico della Roma si aggira tra la folla variopinta di Pitti Uomo, alla Fortezza da Basso. E’ ospite e testimonial dell’azienda Ferrante, abruzzese come lui: «Bisogna dare forza alle imprese della nostra terra» dice. I fan giallorossi s’aspettano però faccia altrettanto per questa Roma che si è inceppata: un punto solo nelle ultime tre gare di A, l’uscita dalla Coppa Italia con il Torino, l’episodio in diretta Instagram dell’esuberante Capodanno di Nainggolan costatogli l’esclusione dalla partita, persa, con l’Atalanta: «E’ stato il primo a scusarsi e a mettersi coi nostri dirigenti in tribuna. Abbiamo fatto una scelta etica e morale ma non c’è un caso. Radja si è sempre allenato in gruppo e con l’Inter sarà titolare. Ora guardiamo avanti per rimetterci in carreggiata». Di Francesco punta a ritrovare al più presto quella squadra capace di far bene in Champions (ora ci sono da superare gli ottavi con lo Shakhtar) e stare tra le prime in campionato: «Ma per lo scudetto non abbiamo ancora compiuto il salto di qualità necessario, siamo indietro, dobbiamo lavorare per migliorare noi e la classifica. Però non siamo quelli brutti del primo tempo con l’Atalanta – ribatte -. Accettiamo le critiche ma fateci lavorare con positività, purtroppo nel nostro ambiente o si eccede negli elogi o si è troppo negativi. In fondo abbiamo ancora da recuperare la gara con la Samp e fino a 20 giorni fa eravamo la rivelazione. Occorre insomma equilibrio e da parte mia ritrovare il bandolo dalla matassa».

DIAMO TEMPO A SCHICK – E’ convinto di riuscirci avendo fede nelle proprie idee («Posso cambiare ma il 4-3-3 ci è congeniale e andremo avanti, devo lavorare soprattutto sulla testa») e al di là di ciò che porterà il mercato (l’obiettivo è Darmian): «Non ho parlato con Pallotta, il mio referente in società è Monchi. Comunque non devo discutere io di acquisti, sarà la società a valutare le occasioni». Una potrebbe essere Badelj in scadenza a giugno: «Buon giocatore, ma abbiamo già ottimi centrocampisti, alcuni non hanno ancora espresso il loro valore». Messaggio che sembra diretto pure a Schick: sarà lui il primo “rinforzo” del 2018? «Invero lo abbiamo preso in estate – ride il tecnico -. Magari tutti si aspettavano qualcosa di più però lui ha grandissime potenzialità che deve ancora dimostrare. Diamogli tempo e ricordiamo l’esempio di Tommasi costretto a uscire da Trigoria scortato dalla polizia poi diventato l’idolo dei tifosi. Roma ha costruito e distrutto rapidamente tanti giocatori, servono tempo e pazienza». E non vale solo per Schick.

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