Di Francesco: “Viste le occasioni avute non è questo il risultato giusto. Ho messo Juan Jesus perché non vedo ancora pronto Silva” – VIDEO

Eusebio Di Francesco, tecnico della Roma, ha parlato a margine della sconfitta contro la Fiorentina di Stefano Pioli. Ecco le sue parole:

DI FRANCESCO IN CONFERENZA STAMPA

La Roma è arrivata alla sesta sconfitta in casa. A Barcellona però si era vista una squadra diversa. Come spieghi quindi la sconfitta di oggi: è un’aspetto mentale? Ha pesato la sconfitta in Champions e magari si pensava già a martedì?
Voi fate i giornalisti, e vedete le partite solo in base alla sconfitta, ma nel primo tempo loro facevano fatica ad uscire e hanno fatto perfino due gol nelle due occasioni che hanno avuto. Bravi loro, ingenui noi, specialmente per non essere riusciti a capitalizzare la mole di gioco che abbiamo creato sia nel primo che nel secondo tempo. La partita però ha avuto un risultato non giusto a mio modo di vedere, viste le occasioni che abbiamo avuto e visto che la Fiorentina si è difesa ad oltranza, com’è giusto che sia. Ma non ho visto un approccio sbagliato della squadra. Siamo mancati a volte nell’andare a prendere l’avversario nella loro metà campo ed in cattiveria sotto porta, che non è poco, e specialmente nel secondo gol ci siamo fatti fregare su un pallone che era già nostro. Detto questo abbiamo commesso delle ingenuità, abbiamo perso, ma io non la giudico una partita totalmente negativa. Negativa per il risultato sicuramente, ma non per quello che si è visto. Ma prendiamo atto del risultato.

Il turnover nei club che disputano tante partite è necessario. Lei pensa che magari la squadra difetti un po’ in qualità? Ad esempio: oggi ha fatto riposare Kolarov ma non ha fatto esordire Silva, che in teoria è il suo sostituto naturale. Inoltre, anche oggi le prestazioni di Gonalons e Defrel non sono state positive…
Le prestazioni in generale, anche di chi è solitamente titolare, non hanno reso per quello che dovevano. Jonathan Silva aveva un infortunio, è un mesetto che si allena con il gruppo ma se faccio questa scelta è perché non lo vedo ancora pronto. Ricordiamoci che Jesus ha giocato spesso in questo ruolo e non mi sembra che abbia demeritato, anzi: paradossalmente è stato lui a mettere i cross più importanti oggi. Certo, potevamo fare meglio in certe scelte, mi aspettavo di più da alcuni, ma non possiamo gettare la croce addosso a chi gioca di meno perché anche in altre situazioni ci sono stati errori anche da i titolari o presunti tali. Detto questo, io devo tutelare la squadra da qui a fine campionato perché io ho questi giocatori, e cercherò di farli giocare al meglio. Il turnover? Tante volte abbiamo fatto bene, oggi è andata così e me ne assumo le responsabilità.

Rispetto all’anno scorso a questo punto la Roma aveva 71 punti, e ha segnato 19 gol in meno. Che tipo di riflessione la spingono a fare questi numeri?
I numeri vanno bene quando li date voi ma non quando li do io. Sì, ma l’anno scorso siamo usciti ai preliminari di Champions, siamo usciti dall’Europa League mentre ora siamo ai quarti. Ditele tutte, se le dovete dire. In campionato siamo indietro, è vero, e non sono contento di questo. Avremmo meritato qualcosina in più, ma è anche demerito nostro e inoltre la coppa ti toglie qualcosa. Quando torni alle 4 o alle 5 di mattina poi non puoi pensare di far giocare sempre i soliti calciatori. Se poi dobbiamo pensare di aumentare il numero di giocatori affidabili è certamente un ragionamento che faremo, ma poi i giocatori vanno visti anche all’opera. Sui numeri dico sì, ma ti invito a guardarne tanti altri, anche di oggi, altrimenti si guarda solo ciò che si vuole. Oggi abbiamo costruito, ma mi sento di dire che siamo stati un pizzico sfortunati, abbiamo presi 2 traverse. Ma non mi metto qui a piangere, anche se mi girano: ci sono degli errori, miei in primis, però le cose potrebbero girare anche diversamente. E’ stato così a Barcellona ed è stato così anche oggi, anche con alcune situazioni arbitrali come i rigori a Barcellona oppure la punizione di oggi al limite dell’area dove Dzeko è stato ammonito. Sono cose che poi ci portiamo dietro, e questo non aiuta.

Nelle 2 partite la Roma ha subito 5 dei 6 gol presi per mancanze proprie più che per meriti dell’avversario. La Roma poi ha perso la maggior parte delle volte in casa: non è che la voglia di attaccare toglie un po’ di equilibrio in difesa?
Abbiamo preso oggi un gol sugli sviluppi di un calcio piazzato dove eravamo sottopalla, poi un altro dove era sbagliato il concetto del passaggio di Fazio. Ma se volete una squadra che butta via la palla e non cerca di fare la partita vuol dire che io sono l’allenatore sbagliato per questa squadra. Credo che quando si vuole dominare e creare bisogna imporre il proprio gioco: se lo fai e vinci hai un’identità, se lo fai e perdi ti toglie qualche certezza. Ma io sono veramente arrabbiato: lo sono con me stesso e lo sono con la squadra, perché non possiamo buttare all’aria tutto il lavoro che facciamo perché siamo poco determinati, e questo nasce anche dalla mentalità che bisogna migliorare negli allenamenti. Però i demeriti sono i nostri, hai detto bene, perché prendere due gol con tre tiri non è un alibi, ma un demerito. Ma non abbiamo preso gol con la linea alta, forse solo il terzo a Barcellona, perché nel resto dei casi eravamo schiacciati e ce li siamo fatti praticamente da soli. Analizzate bene però le partite, solo quello voglio. Ma non mi sembra che fossimo così alti: eravamo aggressivi, e se vuoi esserlo non puoi stare attaccato sotto la tua traversa. Ma così facendo abbiamo recuperato oggi 33 palloni, poi magari per sbagliarli all’ultimo passaggio, ma questo è una questione di qualità non tattica. Credo che abbiamo un grande equilibrio, perché altrimenti non crei i presupposti per recuperare la partita: senza equilibrio sei lungo, sfilacciato, e non crei i presupposti per andare a recuperare. Questo è il mio pensiero di calcio.

Dzeko, nel mese di gennaio quando si parlava molto di offerte per il suo cartellino, ha vissuto un periodo piuttosto buio. Stessa cosa che sta succedendo ad Alisson: nelle ultime partite sembra un po’ più svagato rispetto alla grande concentrazione che ha sempre dimostrato. Possono incidere anche su di lui le molte voci di mercato?
Credo che un calo psicofisico ci può stare, è sempre stato concentrato in modo straordinario. Direi che responsabilità sui gol presi non gliene possiamo dare, magari poteva dare una respinta un po’ più aperta nella gara con il Barcellona ma ha sempre fatto parate importanti. Ci sta, però io sono contento di quello che sta facendo e sono convinto che il mercato non c’entri nulla, è un ragazzo con un’attenzione unica sotto tutti i punti di vista. Ci sta, credo che non si possa essere sempre al 100%, o per lo meno è una cosa difficilissima.

Un punto a Bologna e due sconfitte con Barcellona e Fiorentina. Ti viene il dubbio che possa non essere solamente sfortuna se la Roma costruisce così tanto per poi capitalizzare così poco?
Sì, certo, infatti sto cercando di lavorare sulla mentalità, ma è nelle difficoltà che si capisce se si crede davvero in qualcosa di importante. E’ necessario che c’è il desiderio di cambiare qualcosa ogni tanto, ma vedendo le prestazioni, ad oggi, no. Poi da allenatore è difficile cambiare ciò in cui si crede. Si può alzare l’attenzione in determinati casi, si può migliorare in determinate occasioni. Ad esempio: nel gol di Piqué, se la linea fosse salita avrebbe lasciato Piqué in fuorigioco. A volte essere così vicini al portiere però essere uno svantaggio. Poi è chiaro che si possono fare delle scelte sbagliate: le ho fatte, e le farò anche in futuro, anche se spero il meno possibile. Però ti viene da pensare tanto. Oggi mi girano, perché le prestazioni non sono negative.

DI FRANCESCO A ROMA TV

Cerchiamo di capire il perché non si riesce a segnare…
Credo sia una costante di quest’anno, quando si trovano convinzioni poi si riperdono dopo. Non è un merito il fatto di aver concesso tre tiri e due gol, c’è stata scarsa attenzione in certi momenti dove stavamo dominando e creando. Il nostro demerito è quello di non avere cattiveria sotto porta che non riesco a capire. Nasce anche in allenamento, che dico ai ragazzi che se non si fa gol si creano problemi, e questo è accaduto.

Difficoltà a giocare in casa…
Abbiamo preso gol su calcio piazzato e un altro in situazione di vantaggio. Sono cose che stiamo pagando in maniera impressionante, è successo a Bologna ma anche a Barcellona. Questa è questione di attenzione, se vogliamo dominare le partite non possiamo permetterci di prendere questi gol in cui concediamo tanto. I numeri sono stati dalla nostra ma servono a poco.

Dentro l’area non si dovrebbe marcare a uomo?
Il primo gol è differente da un’azione di gioco perché è un calcio piazzato, all’inizio ha lavorato bene. Poi si doveva cercare l’uomo e il pericolo, anziché accorciare siamo stati ad aspettare. Poi quando non gira non gira, ma ci sono stati errori nostri che hanno cambiato la dinamica di una gara in cui potevamo fare molto meglio.

Si deve dare qualcosa in più per risolvere i problemi?
La cattiveria non si compra da un giorno all’altro, ma si vede in ogni allenamento. Dovevamo accompagnare per esempio i cross di Bruno Peres con più uomini, questa sua vena di oggi si doveva sfruttare meglio. La poca lucidità finale è un grande errore, potevamo crossare ancora di più perché la Fiorentina era chiusa. Ma questo è tutto un discorso mentale, a volte sembra essere passato questo momento ma spesso ci ricadiamo. Non conosco altri rimedi se non in allenamento.

Qualcuno si deve prendere le proprie responsabilità?
Si, è una questione di personalità e caratteristiche personali, ma anche quella non si può chiedere sempre. Io devo attaccare il campo davanti su un cross di Peres di oggi, non mi posso allontanare. Io glielo spiego, Radja è uno dei primi che deve attaccare forte le palle e invece si staccano.

Cosa cambia in casa tra Champions e campionato?
Ci penso, ma oggi c’è da ragionarci ancora di più. In certi frangenti di gara si deve essere più attenti. Come nel secondo gol, se perdiamo palla lì è normale che prendiamo un’azione pericolosa. In quel caso parliamo di Simeone che ha avuto bravura e fortuna, anche Alisson poteva uscire meglio, ma le palle sono perse anche concettualmente.

DI FRANCESCO A SKY SPORT

Inizia a complicarsi la lotta Champions per la Roma. Quanto ha influito il pensiero del Barcellona?
Se devo analizzare la prestazione nei numeri e nel modo di affrontare la gara, abbiamo concesso pochissimo alla Fiorentina ma quello che abbiamo concesso è stato determinante per la loro vittoria. Abbiamo creato tantissimo cercando di sviluppare manovre buone e interessanti, ma se non concretizzi, come a Barcellona, è difficile portare a casa un risultato positivo. Sono molto arrabbiato in questo senso, tutto questo nasce anche dalla determinazione che mettiamo in certi momenti della partita, ma anche della stagione. Ce lo ripetiamo da un po’ di tempo, ma oggi è venuta fuori una sconfitta. La Fiorentina ha pensato molto più a difendersi.

C’è stato molto turnover. Mancavano Kolarov, Florenzi, De Rossi, Pellegrini…
La Juve ne ha cambiati 9 col Benevento. Se torni da certe partite alle cinque di mattina è normale cambiare per mettere più freschezza. Se ci basiamo sul risultato avete ragione voi. Se ci basiamo sulle prestazioni però, siamo mancati in cattiveria anche quando avevamo i titolari in tutti i ruoli. Durante la gara la squadra non ha mostrato difficoltà ad essere aggressiva nelle trame di gioco, devo basarmi sulla prestazione. Siamo mancati nell’essere concreti e nel raddoppiare nelle occasioni come quella di Simeone. Quando tiriamo in porta siamo stati poco lucidi. Loro hanno sfruttato le occasioni che hanno avuto. Oggi sono arrabbiato perché abbiamo speso tanto senza raggiungere il risultato.

Tra Bologna e oggi ci sono molte occasioni prodotte. C’è del gap nel valore umano interno ai ragazzi?
La mentalità si allena solo durante la settimana. Ci vuole maggiore cattiveria quando facciamo determinate cose. Quando ti organizzi come oggi a recuperare più di trenta palloni nella loro metà campo, concedendogli poche possibilità di proporre e facendoli calciare lunghi, è un aspetto importantissimo. Se però non sei ripagato nei risultati ti puà togliere qualcosa a livello mentale e all’ambiente, ma devi essere bravo a tenere duro e a reagire dal punto di vista della mentalità. Bisogna tirare fuori quel qualcosa in più dal punto di vista umano.

DI FRANCESCO A MEDIASET PREMIUM 

Le decisioni dell’arbitro…
Non mi interessano, non è girato nulla bene. Quando crei così tanto e prendi preso due tiri e due gol, significa che abbiamo grossi demeriti nell’andare a essere concreti e cattivi, abbiamo difeso male in poche situazioni ma abbiamo preso due gol. E’ un momento in cui le cose non vanno benissimo, anche le scelte arbitrali molto dubbie possono cambiare l’andamento di una gara, ma le cose non girano per demerito nostro, non siamo bravi a concretizzare la mole di gioco che stiamo facendo e la capacità di concludere e creare situazioni pericolose, non facciamo gol. A volte si guardano gli episodi, ma il calcio è fatto di episodi e non sono girati a nostro favore.

Cambiare gli esterni e confermare Gonalons, una scelta che non ha pagato…
Certi giocatori non possono giocare 90 minuti ogni tre giorni, serviva che Kolarov tirasse un po’ il fiato, era la partita giusta. Se ci basiamo sui due terzini. Non siamo stati bravi ad andare al cross quando serviva andare in ampiezza, non andiamo a cercare cose che non esistono,, con capacità di recuperare palla nella metà campo avversaria ma non abbiamo fatto gol. Parliamo sempre del risultato ma non si analizzano altre cose, voi avete ragione perché la Roma ha perso se devo fare valutazioni tecnico-tattiche ma se c’era una squadra che meritava qualcosina di più era la Roma. La Fiorentina si è messa dietro, merito loro, hanno vinto. Ci prendiamo questa sconfitta e ce ne torniamo a casa pensando al Barcellona.

Bisogna ricompattarsi come a gennaio?
Ovvio, adesso si vede la capacità di resistere alle difficoltà e di non essere concreti in quello che facciamo. Veniamo da due prestazioni in cui abbiamo perso senza meritare, dobbiamo crescere per mentalità. Rivedremo la partita e faremo tante valutazioni differenti da questo 2-0 bugiardo, che però ci prendiamo e stiamo zitti.

Quanta rabbia c’è? Il lavoro si vede ma non riuscite a raccogliere…
Quando fai tante partite, tornando al turnover, è inevitabile cambiare qualcosa, mettere giocatori non abituati a giocare tantissimo, questo può compromettere alcune prestazioni. Oggi la Juve ne ha cambiati 9, è inevitabile cambiare quando hai tante partite ravvicinate e qualcosa si può perdere. La squadra ha subito qualche ripartenza ma ha avuto il desiderio di fare male all’avversario e creare situazioni pericolose, magari con poca qualità. Quando recuperi tanti palloni e arrivi al crosso è un demerito, ma significa che stiamo lavorando coi concetti giusti. Nel primo tempo la Fiorentina ha provato a giocare, nel secondo tempo ha giocato molto meno, facilitati dal 2-0.

I motivi per credere nella rimonta?
Giochiamo per vivere queste partite ed emozioni, prima non avevamo niente da perdere, adesso invece voglio perdere qualcosa. La squadra deve credere di poter far qualcosa di importante. Se mettiamo in campo il poco cinismo di oggi non andiamo da nessuna parte, se proponiamo quello che volevamo proporre col Barcellona, bisogna rischiare qualcosa in più ed essere più cinici.

La condizione generale della squadra è buona, ma cosa manca per il salto di qualità?
In questi anni la Roma si è avvicinata ma mai stata alla pari della Juventus, anche l’anno scorso sono arrivati vicini, ma la Juve ha gestito il grande vantaggio che aveva in tutto il campionato. Manca qualcosa a livello di uomini e qualità generale della squadra, noi dobbiamo dare mentalità, che passa anche attraverso alcune sconfitte. Queste fanno male, ma devono far capire che quando si creano i concetti giusti alla lunga veniamo ripagati. Non possiamo essere la squadra che va più al cross in tutto il campionato e segnare così poco, questo è un difetto, non è un pregio né un alibi. Ci dobbiamo lavorare, ho parlato con i ragazzi ieri in allenamento e mi ero anche un po’ arrabbiato, nasce da lì la crescita di questa squadra, dal modo e l’attenzione con cui si approccia agli allenamenti, si vince in questo modo qua, partendo dalla settimana costantemente e non facendolo in maniera alternata.

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