Tuttosport (S.Carina) – «Il Real è battibile, la partita è difficile non impossibile». L’iniezione di fiducia non arriva da un signore qualunque, ma da Seydou Keita che in carriera ha già affrontato i blancos 17 volte, vincendo ben 11 confronti e pareggiandone 4. Ma la consapevolezza di poter almeno tentare l’impresa arriva dall’infermeria: come si era intuito da qualche giorno, De Rossi ha recuperato. Ieri il centrocampista si è allenato con i compagni e il suo ritorno per Spalletti fa tutta la differenza del mondo.
Chiudete quella porta – Anche perché domani la Roma affronta una squadra che ha il gol facile. Con il poker all’Athletic Bilbao, il Real Madrid in Liga è arrivato a 70 reti in 24 gare (media 2,91) alle quali vanno aggiunte le 19 in 6 partite (3,16) in Champions. Una macchina da gol che, considerando le prestazioni europee dei giallorossi (il riferimento non è soltanto all’1-6 di Barcellona ma anche al 4-4 di Leverkusen o al 2-3 di Borisov) fa scattare l’allarme. In 32 gare stagionali, la Roma ha incassato 43 reti (16 in Europa, 27 in serie A) ed è riuscita nel cleen-sheet tanto amato dai bookmakers inglesi (ossia concludere la partita senza subire gol) soltanto in sette occasioni (Sassuolo, Genoa, Spezia, Napoli, Bate, Lazio e Frosinone). Va anche detto che con Spalletti le cose sono migliorate. Da quanto è arrivato il tecnico toscano a sostituire Garcia la Roma ha disputato 6 gare, subendo 5 reti (0,83). Maggiore equilibrio tra i reparti, Pjanic in cabina di regia e maggior possesso palla per evitare quelli che Lucio ha ribattezzato in dialetto “sciagattoni”. Nel 2005, quando affrontò il Real Madrid, utilizzò il 4-2-3-1, sistema di gioco che probabilmente per gli interpreti che ha a disposizione ancora non riesce a far metabolizzare alla squadra. Dal suo ritorno nella capitale ha cambiato pelle diverse volte: 3-4-2-1, 4-2-3-1, 4-3-1-2, 4-1-4-1.
Contromosse – Proprio quest’ultimo modulo, tra l’altro riproposto spesso nelle notti di Champions giallorosse dieci anni fa, potrebbe essere la mossa studiata per provare a fermare Benzema, Cristiano Ronaldo e Jaime Rodriguez (Bale è out). Anche perché Spalletti in Europa non ha mai rinunciato alla linea a quattro ed è passato in campionato alla difesa a tre soltanto perché la Roma attuale, tra giocatori infortunati e logori, di terzini di ruolo ha i soli Digne e Maicon. È chiaro che il recupero di De Rossi gli permette ora di lasciare nel dubbio sino all’ultimo Zidane. Probabile, però, che il nazionale azzurro possa giocare da schermo davanti alla difesa, pronto all’occorrenza ad abbassarsi tra i due centrali Ruediger e Manolas, trasformando la difesa in una linea a 5. Un modo per provare ad arginare Cristiano Ronaldo che in stagione è già arrivato a quota 32 gol (21 nella Liga e 11 in Champions). Il portoghese è un incubo e tra l’altro quando giocava nel Manchester United segnò due reti del famoso 7-1 del 10 aprile del 2007 e un gol all’Olimpico nel 2008, eliminando la Roma ai quarti di finale della competizione in entrambi i casi. Era un Ronaldo diverso, che partiva largo nel 4-4-2. Oggi è più attaccante ed è utilizzato a sinistra nel 4-3-3. Proprio per questo motivo l’opzione del 4-1-4-1 sembra essere la più gettonata.