De Rossi insegue Rossi. Un gol e prende Pablito

de rossi italia

La Gazzetta dello Sport (M.Cecchini) – Se il prototipo dell’esultanza è quella del gol di Marco Tardelli nella finale mondiale del 1982 – un urlo così lungo da restare afoni – diciamo che Daniele De Rossi si è portato avanti col lavoro. Ieri mattina a Coverciano, infatti, il centrocampista della Nazionale si è svegliato senza voce; quanto basta per declinare l’offerta di conferenza in aula magna e rimandarla magari a molto presto. Il motivo, d’altronde, potrebbe essere estremamente di prestigio visto che, se domani andrà in rete contro il Liechtenstein, il regista della Roma raggiungerà i 20 centri in azzurro, agguantando un certo Paolo Rossi.

LA SCALATA – Tutto sommato anche una cosa di buon augurio, se si pensa che – archiviata la pratica di Vaduz – la prossima sfida sarà proprio martedì contro i tedeschi, gente cioè che Pablito dovrebbero ricordarlo assai bene. Insomma, da Rossi a De Rossi, per molti di loro, più che uno slogan potrebbe diventare un incubo, visto che il romanista è il centrocampista che in Nazionale ha segnato di più, se si eccettua Adolfo Baloncieri, figlio però di un altro calcio. La grande mezzala d’attacco dell’Alessandria e del Torino giocò in Nazionale dal 1920 al 1930 segnando 25 reti in 45 partite; De Rossi comunque non avrebbe nessun motivo per invidiarlo proprio perché il football una volta si declinava in modo totalmente diverso. In ogni caso, la classifica dei marcatori azzurri, vede davanti a De Rossi questo «parterre de roi»: Riva (35), Meazza (33), Piola (30), Roberto Baggio e Alessandro Del Piero (27), Baloncieri, Inzaghi e Altobelli (25), Vieri e Graziani (23), Mazzola (22) e appunto Paolo Rossi. Come si vede, Baloncieri a parte, tutti attaccanti che hanno scritto la storia del nostro calcio e che da domani potrebbero trovare nel gruppo di vertice anche «un intruso» nel ruolo di goleador.

MEDIA DOPPIA – Tra l’altro, Daniele in azzurro segna a ritmi praticamente doppi rispetto a quelli della Roma, se si pensa che in giallorosso ha realizzato 55 reti in 534 gare, mentre nell’Italia i 19 gol sono giunti in «appena» 108 partite. Quindi nel primo caso la media è di una marcatura ogni 9,7 match, mentre nell’altro una ogni 5,6.

BENEDIZIONE ROSSI – Dal Messico, infatti, lo stesso Paolo Rossi lo benedice. «Sinceramente non avrei mai pensato che mi raggiungesse un centrocampista. Credevo sarebbe stato un attaccante, ma Daniele ha grandi capacità realizzative, possiede un gran tempismo nei colpi di testa dentro l’area e ha buoni tempi di inserimento. Queste sue doti capacità lo rendono un centrocampista completo perché sa difendere, costruire e anche attaccare, senza contare che ha personalità e temperamento da leader».

LEADER – E forse il vero valore aggiunto di De Rossi è proprio la leadership che esercita in campo e che domani – all’interno del nuovo 4-2-4 – gli consentirà di guidare la mediana al fianco di Verratti. In difesa invece, davanti a Buffon, toccherà a Zappacosta, Bonucci, Romagnoli e De Sciglio, mentre in attacco toccherà a Candreva, Immobile, Belotti e Bonaventura. Tra le prove, da segnalare l’impiego a destra di Bernardeschi al posto dell’interista e di Insigne al posto del milanista, ma l’impressione è che possano essere soltanto soluzioni in corsa. La raccomandazione è non prendere sottogamba l’impegno, ed in questo senso è meglio che Daniele ritrovi in fretta la voce perché ci sarà bisogno di lui ora e a lungo, tanto più che – se è vero, come dice Spalletti,che potrà avere un futuro da difensore centrale – la storia De Rossi e la Nazionale non è destinata a finire presto. E a differenza di quanto accade nei club, in cui ci sono contratti che finiscono (il suo con la Roma lo farà a giugno), certi amori azzurri non hanno data di scadenza.

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