La Stampa – Cori razzisti, si muove la giustizia sportiva

La notte del derby «offeso» dai cori antisemiti delle curva Nord laziale finisce dentro un fascicolo della procura sportiva. L’inchiesta sui fatti dell’Olimpico è ufficialmente aperta: da ieri sul tavolo del pm del pallone Stefano Palazzi c’è una cartellina pronta ad essere arricchita dal materiale probatorio e ad essere esaminata accuratamente dagli 007 della Figc.

La Federcalcio si muove. E lo fa raccogliendo il grido di allarme lanciato dalla Comunità ebraica. «E’ ora di intervenire, di denunciare episodi che si verificano con allarmante regolarità ad ogni partita della Lazio all’Olimpico…», così il presidente degli ebrei romani Riccardo Pacifici. La prima mossa del palazzo del calcio è arrivata dalla procura federale che, in piena autonomia come prevedono le norme interne alla federazione, ha deciso di aprire un’indagine (il governo politico del calcio non ha alcuna facoltà di intervenire sull’operato o le iniziative degli organi di giustizia sportiva). Gli 007 di Palazzi dovranno raccogliere le prove alla base della forte denuncia della Comunità ebraica e, solo una volta raccolto il materiale, decidere se archiviare o chiedere il processo sportivo. Nel referto scritto dall’arbitro nell’immediato dopo gara, documento su cui si basano le eventuali sanzioni del giudice del calcio, non c’è traccia dei cori antisemiti perché durante la partita niente si è messo ditraverso. Nessuna annotazione sull’atteggiamento razzista della curva laziale; non è possibile rintracciare nemmeno quanto scritto dagli investigatori federali presenti a bordo campo domenica sera, così il lavoro della procura della Federcalcio è rivolto soprattutto all’individuazione di filmati o dvd.

Ieri mattina, i vertici della Figc si sono messi in contatto con quelli della Comunità ebraica per esprimere solidarietà del palazzo del pallone: in particolare il direttore generale Antonello Valentini ha chiamato al telefono l’assessore alle relazioni esterne Ruben della Rocca. E la stessa Comunità ebraica della Capitale si è detta pronta a fornire le prove di come anche in altre gare della stagione in corso sia finita nel mirino della curva allo stadio (in particolare ci sarebbe un video anche per la partita LazioPalermo del 26 settembre scorso sempre allo stadio Olimpico).

Intanto all’ultimo derby romano guarda anche la stampa tedesca perché in Germania è scoppiata la polemica per lo striscione «Klose mit uns», uno degli slogan rielaborato dal «Gott Mit Uns», slogan adottato dai nazisti. L’edizione on line di Der Spiegel il giorno dopo la stracittadina titolava «Klose nuovo eroe nello scandalo del club» scrivendo nell’articolo che l’attaccante tedesco «avrebbe fatto bene a dissociarsi da tele striscione…» e che «una parte della tifoseria laziale non fa mistero delle sue simpatie fasciste…». Ieri, dal quartier generale di Formello, sede della Lazio, lo stesso Klose, decisivo all’ultimo minuto del tempo di recupero con il gol vittoria per i laziali, ha precisato come «la politica debba rimanere sempre fuori dallo sport, in ogni sua manifestazione possibile…».

L’indagine sulla notte di domenica è aperta. Nelle prossime ore si concluderà il lavoro degli uomini della procura sportiva, poi il processo o l’archiviazione (decisivo sarà l’ascolto dei possibili filmati del pre-partita dell’Olimpico). Dalla Comunità ebraica c’è apprezzamento per la sensibilità dimostrato dalla Figc e c’è la volontà di ripartire da quest’ultimo episodio con più forza verso un progetto che possa servire per distendere il clima e favorire la comprensione. Allo studio c’è la possibilità di creare tornei o eventi coinvolgendo formazioni palestinesi. Una svolta che possa evitare il nascere di una nuova escalation del razzismo da curva.
La Stampa – Guglielmo Buccheri

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