Combattere è la scelta di Castan. Non vuole la cessione

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Il Corriere dello Sport (M.Evangelisti) – Aveva una gran voglia di Brasile, ma pare gli sia passata. Il riposo porta consiglio, poi non è detto che il consiglio sia sempre buono. Leandro Castan sta benissimo di salute e sta benissimo a Roma, queste cose paiono assodate. Non è uno a cui bisogna salvare la vita, non quanto a Juan Manuel Iturbe. In Brasile però lo chiamano. Lo vorrebbe il Fluminense, lo rivorrebbe il Corinthians. Molti anni dopo, molte avventure con la Roma dopo, una ricostruzione psicologica seguita al breve periodo con Zeman, un’operazione alla testa, una stagione perduta e un’altra che si sta perdendo. In estate Castan era tornato a indossare l’uniforme gallonata del leader. Successivamente ha raccolto 4 presenze in gare ufficiali e basta. Logico abbia pensato ad andarsene. Logico che ancora oggi il club valuti la possibilità di darlo in prestito nella sessione di gennaio. Per salvargli la serenità se non la vita. Ma lui preferirebbe di no. Perché scavalcando voci e supposizioni dietro la scomparsa di Castan dal campionato della Roma, e se non volete chiamarla scomparsa chiamatela assenza cronica, non ci sono né capogiri né mancanza di fiato né incompatibilità geometriche con il calcio di oggi. C’è una considerazione molto più banale e spietata: l’allenatore Rudi Garcia preferisce una coppia centrale di difesa composta da Kostas Manolas e Antonio Rüdiger. Gli sembra che Castan oggi non sia professionalmente all’altezza di una squadra che in teoria deve competere per lo scudetto. Siccome è con lui che poi se la prendono quando le cose non funzionano, non inserisce in formazione Castan. Punto e basta.

Il paradosso sboccia in quest’aiuola. Castan dovrebbe giocare per ritrovare l’efficienza ma finché non sarà in piena efficienza alla Roma non potrà giocare. Prigioniero del comma 22, il brasiliano dovrebbe desiderare la fuga e invece non ha nessuna voglia di lasciare la città. Dove ha trapiantato la sua famiglia, dove ha trovato una squadra ambiziosa quanto gli basta. Altrove non si troverebbe a suo agio nella medesima misura. Si è fermato a riflettere e ha deciso. Piuttosto che chiedere la cessione chiede a se stesso di far cambiare idea all’allenatore. Giorno dopo giorno, negli allenamenti, con l’impegno e con il suo piede sinistro che è il migliore di tutta la difesa della Roma, con la versione edulcorata delle gare che sono le partite tra compagni in allenamento. Resterà a vita, dice Sabatini. Il direttore sportivo della Roma ha un gusto per l’enfasi. Tarando la frase, Castan resterà probabilmente per l’intera stagione. A giugno bisognerò fare altri conti, con l’eventuale nuovo allenatore e con uno stato d’animo che inevitabilmente resta lontano dall’euforia.

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