Antonio, un anno per stregare le regine d’Europa

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Corriere dello Sport (L.Scalia) – Nome italiano, cognome tedesco, origini lontanissime (dal lato della mamma Lily). Antonio Rüdiger è qualcosa di più di un diamante grezzo perché la sua storia, sempre in crescendo, parla di un ragazzo uscito dal nulla, capace di imporsi a livello internazionale. Nasce 23 anni fa a Berlino iniziando a giocare in piccole realtà della capitale tedesca fino ad arrivare all’Hertha Zehlendorf. Una società che ai più non dice nulla, ma che negli anni ha lanciato nel mondo del calcio Robert e Niko Kovac (un’istituzione a Berlino) e tantissimi altri giocatori, uno su tutti Christian Ziege. Rüdiger è ancora un ragazzino (13 anni), però può contare già un fisico niente male e soprattutto ha gli occhi addosso dei club della Bundesliga. I primi ad arrivare due stagioni dopo sono gli emissari del Borussia Dortmund, valigie pronte e via, sognando di giocare sotto il muro giallo. Un desiderio che cade nel vuoto: nel settore giovanile del Borussia le cose vanno benone, ma lo Stoccarda promette mari e monti e così alla soglia della maggiore età cambia squadra.

DEBUTTO E CRESCITA – La scalata inizia da qui. Perché brucia ogni tappa saltando dalla formazione delle riserve alla prima squadra nel giro di pochi mesi, con tanto di debutto in Bundesliga contro il Gladbach. E’ il 29 gennaio 2012. Rudiger non ha ancora compiuto 19 anni e fa già parte delle nazionali minori della Germania. Nello Stoccarda diventa il pilastro della difesa: un centrale dal piede destro che predilige occupare la casella centrosinistra. Ma che sa fare un po’ tutto. Le skills dicono corsa, velocità, resistenza, bravura nell’uno contro uno (in fase difensiva e offensiva), unite alla capacità di crossare sopra la media dei terzini. Con la maglia dello Stoccarda gioca 79 partite tra campionato, coppa e Europa League in tre stagioni, l’ultima (20 presenze) segnata da qualche problema fisico di troppo. Loew si accorge di Rüdiger in tempi non sospetti (maggio 2014), tanto da farlo esordire per 45′ nell’amichevole contro la Polonia e da tenerlo spesso in considerazione tra i grandi.

CAPITOLO ROMA – Due estati fa la Roma ingaggia Rüdiger con la formula del prestito oneroso con diritto di riscatto, fissato a 9.5 milioni che poi eserciterà prima dell’infortunio. L’impatto con l’Olimpico non è dei migliori: qualche sbavatura e l’andamento della gestione Garcia complicano il suo inserimento nel calcio italiano. La svolta arriva con Spalletti che lo prova in tutti i ruoli facendogli chiudere l’annata con 30 presenze, 2 gol (contro Milan e Chievo) e un sorriso grande così. Un cammino in crescendo che attira le attenzioni di Chelsea e Psg, pronte a scommettere su un ragazzo di 1.91 cm che ha espresso parte del suo reale potenziale. La Roma lo riscatta e lo blinda fino al 2020 in ampio anticipo, però lo perde per un grave infortunio al ginocchio lo scorso giugno. Niente Europeo con la Germania, solo terapie e l’estate bruciata. Il peggio adesso è passato. Rüdiger sta per tornare in campo per seguire le orme del suo modello, Jerome Boateng del Bayern Monaco. Il numero 2 giallorosso, al pari del suo idolo, ha un fratellastro più grande, Sahr Senesie, professione attaccante nelle serie minori tedesche, figlio della madre Lily che è originaria della Sierra Leone. Antonio è oggettivamente il vero tesoro di famiglia, ma anche della Roma.

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