10 for a Legend. De Rossi: “Batistuta e Totti mi lasciavano a bocca aperta”. Sergio Ramos: “E’ il simbolo della Roma”

Ancora tanti attestati di stima per Francesco Totti. Roma TV ha dedicato uno speciale al numero 10 giallorosso con messaggi da parte di amici e avversari di un’intera carriera. Queste le loro parole:

Buffon: “La prima volta che l’ho incontrato era a Coverciano, c’è una profonda amicizia tra di noi. Già ne parlavano tutti come un grande campione. C’era una sorte di predisposizione nel vedere questio giovani campioni, ed anche io ero curioso di vedere questo fenomeno. La prima volta che mi chiese la maglia mi disse: ‘Ah tartarugò, ci scambiamo la maglia?’. E’ inevitabile che abbia fatto tanti gol, ma alcuni erano così belli che se li avessi presi avrei rovinato un capolavoro. Ho avuto la fortuna di fare da sparring partner di Francesco il giorno dello scudetto. Non lo vinse da protagonista, ma mi fece vedere cosa voleva dire vincere e soprattutto vincere in certi posti. Uno dei più bei momenti che io abbia mai visto. Totti era un calciatore che anche a mezzo servizio ti costringeva a dargli attenzione. Lui rappresenta interi quartieri di Roma ed è questo che lo rende pazzesco”.

Maldini: “Aveva grande forza fisica, non riuscivi a reggere il corpo corpo. Non vedeva il primo o il secondo passaggio, ma il terzo, che non vedeva nessuno. Quando giocavo con lui mi chiedevo come sarebbe stato ricevere uno dei suoi assist. C’è questo pensiero che vieni giudicato per quello che vinci, ma dipende dal tempo in cui arrivi in quella squadra. Molti campioni hanno vinto poco o meno di quello che avremmo potuto. All’Europeo eravamo esausti contro l’Olanda, quando lui si avviò al dischetto noi ripensammo a quello che aveva detto. Per fortunato poi la mise dentro. Certe volte sembra che sia meglio andarsene che restare nella propria città. Sapevo che lo volevamo prendere, ma Berlusconi amava giocatori del genere e voleva essere sicuro che lui se ne volesse andare”.

Cassano: “Io lo vedo ancora oggi come il miglior calciatore italiano di sempre. Per me è stato fondamentale, l’ho incontrato ad inizio della carriera. Non volevo rubargli il posto, anzi gli ho fatto fare anche qualche gol. Noi giocavamo in attacco alternandoci, giocando con il finto centravanti a seconda di chi era stanco. Andare al Real Madrid, sono sicuro, gli avrebbe reso 10mila volte in più che a Roma. Avrebbe vinto molte Champions e Palloni d’Oro in più. Dopo la sua famiglia, la Roma è la cosa più grande che ha. Lui è sfegatato al mille per mille anche come tifoso. Non ci sarà più un giocatore con la storia di Francesco, forse mai più. Fra 300 anni parleranno ancora di lui. Lui sarà sempre il paladino e il fiero rappresentante di Totti”.

Del Piero: “Ci siamo fatti tante risate io e lui, la più grande quando dovevamo raccontare le barzellette. Ci abbiamo messo 45 minuti per una scena di 30 secondi. Francesco è uno spettacolo sia come gioca, ma anche come ragazzo. E’ alla mano, ci siamo divertiti parecchio. Quando un giocatore ti farà fare una domanda come: ‘Ma come ha fatto?’, vuol dire che ti ha regalato qualcosa di importante. Il dualismo tra me e lui c’era, ma non è stato creato da noi. Per noi era un’opportunità. C’è un po’ di rammarico per non aver giocato abbastanza insieme, ma dall’altra parte c’è un Coppa del Mondo che ci godiamo”.

De Rossi: “Di riferimenti ne avevo parecchi, ma lui e Batistuta mi lasciavano a bocca aperta. Nei primi anni, io, lui e Cassano eravamo molto uniti. Ricordo che io facevo il raccattapalle e lo vedevo in campo, e poi a Trigoria. Aveva 7 anni più di me, ma si comportava come uno di noi ’82. E’ un rosicone, fa ridere quando si incavola in campo o in allenamento. Mio padre mi diceva sempre di guardare Giannini, io avevo lui in campo che vedeva delle cose che nessuno di noi vedeva. Il pallonetto a Julio Cesar lo metto nei 5 gol più belli di sempre, senza nulla togliere agli altri. Sai quando ti metti a ridere invece che esultare? Ho pensato: ‘Questo ci prende in giro a tutti’. Io dico che per longevità, numero di gol e di assist, lui è il più forte che abbiamo avuto. Con tutto il rispetto per Baggio e Mancini, lui ha fatto le stesse cose per 20/25 anni. Non possiamo sapere che immagine avrebbe avuto Totti se avesse emulato le carriere di calciatori come Ronaldinho, calcando quei campi e quelle sfide. Noi abbiamo avuto la fortuna di poter scegliere se restare a Roma o andare in altri club. Lui ci ha portato tanta gioia e tanto amore, tutti i ragazzini hanno la maglia di Totti. Per me questa è una coppa da alzare. L’anno scorso gli consigliai di mollare tutto, poi ci stupì con quel finale di stagione. Lui fin dai tempi di Zeman è stato accompagnato da questa grande fisicità. Lui si è adeguato col tempo alla nuova posizione, ha cambiato completamente il modo di mangiare. Questo gli ha permesso di stare in campo con gente anche molto più giovane di lui. Giocare con Totti e farlo da romanista me la “fa senti’ calla”. Lo potrò dire a tutti sempre”.

Sergio Ramos: “A me è sempre piaciuto come calciatore. Lo considero il simbolo della Roma. Era un giocatore che si muoveva anche spalle alla porta. Era un giocatore molto particolare, puro istinto. Per me è stato il più forte italiano di sempre. Avrebbe potuto giocare nel Real Madrid, ma noi lo abbiamo potuto vedere con la maglia della Roma e dell’Italia. E’ un esempio per questo calcio, forse non ha vinto molti titoli ma ha delle storie che può trasmettere anche in futuro”.

Javer Zanetti: “Lui aveva questa capacità di fare assist che è una cosa che non ho mai visto. E poi il pallonetto, con cui purtroppo ci ha fatto male. Però sono questi i suoi colpi. Qualunque squadra argentina vorrebbe un giocatore come Francesco Totti, anche per il suo carisma. Francesco ha fatto delle scelte simile alle mie, merita eterno rispetto e gratitudine. Io penso che ha vissuto il calcio con grande passione e che ha sempre dato tutto per quella maglia”.

Seedorf: “Io mi ricordo la sua simpatia e il suo sorriso dentro e fuori dal campo, Per tanto tempo ha giocato trequartista, ma da punta l’ho visto molto bene. Penso che quello che ha fatto facendo il falso nueve fece molto bene. Con Kakà avevamo questa sintonia. Io avevo il ruolo di raccordare il centrocampo e l’attacco, lui di finalizzare. Con Totti sarebbe stata la stessa cosa. Lui aveva questo tocco di prima che mi ha sempre impressionato. Era una cosa innata. Speriamo che lui ci aiuti a preservare i futuri campioni di questo sport, perché noi vogliamo continuare a d avere questi fuoriclasse nel calcio”.

Beckham: “Penso sia un mago del calcio, come Zidane. La gente andava allo stadio solo per vedere un suo stop. E’ esattamente come ti aspetti che giochi un italiano. E’ un giocatore capace di metterti la palla dove deve stare, è u giocatore che sapeva fare tutto, anche difendere. Magari lui dirà che non è così, ma sapeva anche difendere. Aveva qualcosa che gli bruciava dentro. Invidio i tifosi della Roma perché l’hanno potuto vedere per così tanto tempo. E’ un mago, faceva sempre gol assurdi. E’ difficile dire se nella prossima generazione di calciatori  ci saranno giocatori che si legheranno ad un club come Totti e Giggs. Se poi lo fai con quello della tua città è meglio ancora”.

Gerrard: “E’ un giocatore che ha avuto una carriera fantastica. Lui qui al Liverpool sarebbe stato sempre il benvenuto, ma penso che la sua carriera lo ha portato ad essere amato da un intero popolo, cosa che succede a pochissimi  calciatori. Ho giocato per le persone della mia città e l’ho fatto per far esultare le persone della mia città, e lo stesso può dirlo Francesco. L’amore dei suoi tifosi deriva esattamente da questo. Totti è forse il simbolo più grande di un calciatore che ama la sua città. Io so di amare il Liverpool come lui ama Roma, e per questo sono orgoglioso di poter parlare del grande Francesco Totti. E’difficile capire quando devi smettere, ma prima o poi la fine arriva. Non è bello per i tifosi, ma bisogna accettarlo”.

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