Zeman: “Nella Roma comandano i giocatori, con me in 12 restavano sul lettino e 2 sul raccordo. A Trigoria vige il concetto massimo risultato con il minimo sforzo”

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Zdenek Zeman, allenatore del Lugano, ha rilasciato questa intervista al Corriere dello Sport:

«Vedere le ultime partite è stato triste. C’è qualcosa che non va e mi sembra sin troppo ovvio. Ho avuto modo di commentare la sfida con il Barcellona alla tv svizzera e non è stato semplice. Posso capire se si perde, anche male, giocando; ma senza averci provato. E comunque, ci fossi stato io, si sarebbe detto: le solite squadre di Zeman».

Il boemo torna sul suo esonero dalla panchina giallorossa nella stagione 2012/13: «Accadde tutto dopo un’intervista nella quale chiedevo, semplicemente, il rispetto delle regole, di un ordine che abbia la priorità all’interno di un sistema organizzato: non si può fare a meno di principi chiari e di norme, senza non c’è futuro. Il calcio è cambiato, adesso il ruolo dell’allenatore viene accostato a quello del gestore e tecnici e società sono succubi dei giocatori. Io ho l’abitudine a costruire e stavamo cercando di farlo anche in quel caso. A Roma i calciatori fanno quello che vogliono, ne avevo sempre dodici sul lettino e due bloccati sul Raccordo Anulare e non mi andava bene. C’è un senso della professionalità che va tutelato, sempre, ed io a questo miravo. Chi fu al mio fianco all’epoca? Lamela, Marquinos, Florenzi, ma anche Pjanic ha fatto il suo dovere, anche se si lamentava. Peccato, perché lui era dentro un equivoco: fu preso per sostituire Totti. Preferivo Tachtsidis a De Rossi? Uno è regista e l’altro non l’ha mai fatto, né lo può fare e adesso gioca quinto di difesa».

Nel forum con la redazione del quotidiano sportivo viene sottolineato che sotto la sua gestione, prima della sosta natalizia, la sua Roma era a 2 punti dalla zona Champions «Dunque la distanza, nei dialoghi, non era rappresentata dai risultati – risponde Zeman – . Eravamo diversi, io e la società, nell’analizzare le vicende, nell’osservare le situazioni. Io privilegio la professionalità». E in tema di futuro allenatore, al boemo viene chiesto perché non vengano considerati nomi come quello di Francesco Rocca: «Perché si dice facciano lavorare troppo: alla Roma vige il concetto ‘massimo risultato con il minimo sforzo’».

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