Corriere Dello Sport (G.Febbo) – Il momento è triste. Si sapeva che prima o poi sarebbe arrivato, ma forse un po’ in anticipo rispetto al previsto. Zdenek Zeman ha poco da rimproverarsi, d’altronde non era stato chiamato per il miracolo, ma per la ricostruzione. «Dal mio arrivo di positivo c’è stato solo l’esordio contro il Genoa, poi purtroppo abbiamo sbagliato le due gare successive, a quel punto il distacco è diventato troppo grande e non c’era più niente da fare. Io ho cercato di trasferire un’altra mentalità, ma non abbiamo raccolto molto». Eppure, secondo il tecnico boemo, paradossalmente il Pescara è diventato zemaniano proprio in occasione dell’addio alla serie A. «Sì, da un punto di vista offensivo credo che in questa partita contro la Roma siamo riusciti a create più occasioni che in tutte le precedenti, anche se la verità è che a questa squadra manca un uomo che possa fare gol. L’anno scorso aveva Lapadula, oggi non ha un Gilardino sano. Se spero di avere Gila l’anno prossimo in B? Beh, se lui sta bene e ha voglia di restare per me è un giocatore importante».
La fase difensiva però ha lasciato parecchio a desiderare. «La Roma ha un tridente velocissimo e non dovevamo concederle tutte quelle occasioni in contropiede. In genere i giallorossi sono abituati ad avere di fronte avversari che si chiudono, mentre noi abbiamo offerto troppi spazi». Piuttosto adesso il problema di Zeman sarà quello di gestire un finale di stagione dove la classifica non dovrebbe avere più senso: «Io non voglio arrivare ultimo, quindi procederemo con traguardi parziali. Puntiamo la penultima e, se ci riusciamo, anche la terz’ultima». Non sarà di grossa consolazione, ma almeno un obiettivo c’è. Prima di congedarsi l’allenatore del Pescara, grande ex della sfida, non si sottrae alle domande sul prossimo derby capitolino. «Chi ci arriva meglio tra la Roma e Lazio? Per me stanno bene tutte e due. La Lazio ha fatto sei gol e la Roma quattro fuori casa. Sono due squadre che giocano bene. Daranno spettacolo».
