Riecco Zeman. In 85 anni di storia è la terza volta che la Roma richiama un allenatore. Escludendo i tecnici ingaggiati nell’emergenza, quindi a stagione in corso, il primo cavallo di ritorno è stato Alfredo Foni, un vincente di professione: da giocatore negli Anni 30 aveva vinto la medaglia d’oro olimpica e il Mondiale del 1938, da allenatore aveva guidato l’Inter a due scudetti consecutivi tra il 1952 e il 1954. La Roma del presidente Anacleto Gianni lo assunse nel 1959 senza badare a spese: acquistò giocatori come Manfredini, Lojacono e Schiaffino. Nel 1961, prima di lasciare il posto a Luis Carniglia, Foni contribuì al successo in Coppa delle Fiere, ma in campionato non andò mai oltre il quinto posto. Tornò in carica, sempre al posto di Carniglia, all’ottava giornata del campionato 1962-63 con il nuovo padrone, il conte Marini Dettina. Confermato all’inizio della stagione successiva venne definitivamente licenziato alla nona giornata, sostituito dall’unico predecessore spagnolo di Luis Enrique: Luis Mirò.
IL PIU’ GRANDE Molto più fortunata è stata la carriera romanista di Nils Liedholm. Chiamato per la prima volta dal presidente Gaetano Anzalone alla settima giornata del campionato 1973-74 (quello vinto dalla Lazio), se ne andò a maggio del 1977 senza avere vinto nulla. Tornò da campione d’Italia – con il Milan – nell’estate del 1979, la prima con Dino Viola al timone. Nelle successive cinque stagioni la Roma conquistò il suo secondo scudetto, tre coppe Italia e la finale di Coppa Campioni persa con il Liverpool all’Olimpico. Nell’estate 1984, Liedholm salutò Roma per fare spazio al giovane Eriksson. Ma Viola lo riprese nel 1987 per un altro biennio, che si sarebbe rivelato deludente. Liedholm si è rivisto sulla panchina della Roma per qualche settimana anche nell’era Sensi, precisamente nel campionato 1996-97, in coppia con Ezio Sella, quando la squadra era arrivata vicina alla retrocessione. Subito dopo, sarebbe toccato proprio a Zeman. Parte prima.
Corriere dello Sport – Roberto Maida