Volpato: “Totti è un padre, segno come lui. Mourinho il migliore allenatore possibile. Futuro? Vinco l’Europeo, poi si vede”

Corriere dello Sport (R. Maida) – Cristian Volpato ha parlato al quotidiano. L’italo-australiano, tra i più fulgidi talenti della Roma, si è soffermato su Totti – la cui agenzia lo rappresenta – la stagione appena conclusa e il futuro. Queste le sue parole.

Perché ha scelto l’Italia essendo nato e cresciuto in Australia? 

Perché il mio sangue è italiano. I miei nonni paterni sono di Treviso, quelli materni di Napoli e Messina. Ho sempre pensato che un giorno avrei indossato la maglia azzurra.

Per giocare un Europeo Under 19 ha rinunciato al Mondiale in Qatar con l’Australia.

Lo so, loro mi volevano, ma ho già in mente un altro obiettivo: il Mondiale del 2026 con l’Italia. Lo dico senza presunzione, per carità. So benissimo che prima devo superare tanti altri esami. La mia carriera è appena cominciata, però ci spero.

Sull’approdo alla Roma. 

Ho cominciato a giocare con l’accademia di un ex calciatore italiano, Andrea Icardi, sono passato al Sydney e lì ho attirato l’attenzione di Tony Basha, direttore di un’altra accademia che mi segnalò a Fabrizio Piccareta, all’epoca allenatore dell’Under 17 della Roma. Ho passato il provino e mi hanno tesserato.

Il suo talento non è sfuggito agli occhi di un fuoriclasse come Totti, che l’ha ingaggiato nella propria agenzia. 

È un orgoglio per me. Francesco è un secondo padre, oltre che una leggenda. Prima di arrivare a Roma, non avevo capito fino in fondo cosa rappresentasse Totti per i romanisti. Ora mi è chiaro.

Totti le ha inviato anche i complimenti per il gol segnato all’Europeo Under 19 contro la Romania. 

Sì e lo ringrazio. Per me è un supporto fondamentale. Mi dà sempre consigli, mi guida, mi insegna. Non potevo chiedere di meglio per crescere.

Nel modo di muoversi in campo, Cristian, un po’ ricorda il giovanissimo Totti. 

Mah, non vorrei fare paragoni perché io sono all’inizio e lui è un dio del calcio. Diciamo che nel ruolo siamo simili, perché siamo entrambi trequartisti. E abbiamo un’altra cosa in comune.

Quale? 

Il suo primo gol in Serie A assomiglia al mio, quello che ho fatto contro il Verona. Francesco però era più giovane.

E Mourinho cosa rappresenta per Volpato? Uno zio? 

Il migliore allenatore possibile. Già quando ero in Australia sognavo di poter lavorare con lui. Ed è successo.

Cos le chiese l’allenatore quando la fece entrare contro il Verona sul risultato di 0-2?

Niente di particolare, qualche indicazione tattica per consentirmi di aiutare la squadra a recuperare. Alla fine mi ha detto che ero stato bravo.

Il prossimo sogno è giocare nella Roma o andare altrove per fare esperienza? 

Non lo so, non ne ho idea. In questo momento penso a vincere l’Europeo con gli azzurri. Sarebbe un titolo importante per il nostro movimento. C’è tempo per pensare alla prossima stagione.

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