Veretout: “Roma, ora, è una città morta. C’è una piccola bestia nell’aria che non possiamo vedere”

Il Coronavirus ha costretto tutti a cambiare le proprie abitudini di vita, compresi i calciatori. Compreso Jordan Veretout, che ha rilasciato delle dichiarazioni in merito alle difficoltà della quarantena al giornale francese l’Equipe. Ecco le sue parole:

“Quando mia figlia mi ha chiesto se poteva uscire in giardino o se ci fosse la bestia, le ho risposto che c’è una piccola bestia nell’aria, ma poteva uscire a giocare in casa. Roma, ora, è una città morta. Di solito è una città sempre affollata, occupata. Le grandi piazze, il Vaticano, bisogna davvero immaginarle sempre piene. Nel mio quartiere c’è sempre rumore di fondo. Lì, quando esco in giardino con le mie figlie, c’è una sensazione di vuoto, di niente, è un po’ spaventoso. Ma viviamo così ora. Torniamo alle basi, alla famiglia, ai bambini. Tra dieci giorni diventerò un leader per bambini… Realizziamo disegni, giochi da tavolo, abbiamo organizzato una caccia al tesoro. Balliamo e giochiamo a nascondino. Quando i giochi saranno esauriti, le mie figlie mi taglieranno i capelli. In questo momento, anche loro sono confinati. Spieghiamo alla più grande perché dovremmo rimanere in casa. L’ultima volta, prima di uscire in giardino, mi ha chiesto: “Papà, c’è la bestia fuori?” Ho risposto: “Sì, ma non possiamo vederlo, è una piccola bestia nell’aria”. Cerchiamo di spiegarglielo senza spaventarla troppo. E’ complicato vedere le immagini degli ospedali o legate al virus, preferisco vedere quelle dei balconi dove si canta. Non sono sorpreso, gli italiani mostrano sempre solidarietà ed è molto bello. Il calcio è la mia passione, quindi necessariamente mi manca. Questo ritmo, con allenamento e partite, è la mia vita. Abbiamo un programma di allenamento basato su corse e altre cose ma che non sostituisce una sessione collettiva e il piacere del gioco. E il calcio riguarda le emozioni da condividere con il pubblico. Mi manca”.

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