Verdone: “Il giorno dello scudetto con mio figlio prendemmo l’accappatoio di Candela. Non venne mai lavato”

Carlo Verdone, attore e tifoso della Roma, è stato intervistato da TuttoSport ed ha parlato anche della sua fede giallorossa. Queste le sue parole:

Ha voglia di raccontarci l’aneddoto dell’accappatoio il giorno dello scudetto?
Roma-Parma, eravamo 3-0 per noi e a un certo punto, a cinque minuti dalla fine, l’arbitro fece leggere allo speaker un annuncio per cui se fosse entrato qualcuno in campo prima del 90′ la partita si sarebbe dovuta rigiocare. Io tra me e me dicevo: “Ma questi so’ matti, stiamo a vince lo scudetto e questi rischiano col fuoco”. Dopo poco altro avvisto. Qualcuno superò le linee del campo, ma l’arbitro fece finta di niente e la partita finì col tripudio. Io ero amico della famiglia Sensi per cui riuscii con mio figlio a entrare velocemente nello spogliatoio dove c’era un caos e una festa inenarrabile. Tutti giocatori che saltavano, cantavano e ballavano. Allora dico a mio figlio: “Aoh, dobbiamo portarci via un cimelio”. C’era una confusione pazzesca e a un certo punto vedo un armadietto con scritto Candela. Dico, “Vabbè, dai, colpisci. Ma robba de calcio, eh, nun famo stupidaggini”. Allora mio figlio prese l’accappatoio di Candela, che era fradicio di champagne e ce lo portammo casa. Non venne mai lavato e messo in una busta di plastica.

Dei giovani che calciatori che stanno crescendo chi le piace?
Zaniolo, ma non perché è della Roma. Pure Chiesa mi piace tanto, come Mancini e il terzino Pellegrini del Cagliari. Bravo anche l’intersita Barella.

Come nasce il suo tifo per la Roma?
Si diventa tifosi di una squadra a seconda dell’influenza che hanno per te gli amici alle elementari. La prima partita che vai a vedere diventi di quella squadra. Ricordo che il mio compagno di banco, che è il mio dentista, mi chiese se volevo andare a vedere la Roma con lui e sua mamma. Andai e da lì iniziò tutto.

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