Ventura, c’è un uomo solo al comando. Buffon e De Rossi tireranno il gruppo

La Gazzetta dello Sport (M.Graziano) – «E’ la vigilia più eccitante, più importante della mia carriera», aveva detto Gian Piero Ventura nei giorni scorsi commentando la doppia sfida con la Svezia. I 90’ di Solna hanno però reso anche sportivamente drammatiche le ore che precedono la «sentenza» di San Siro. Davvero terribile la pressione che sta fronteggiando il c.t. azzurro, letteralmente preso di mira da critica, tifosi e pure dall’«invadente» mondo social. Ha competenza e saggezza adeguate per gestire ogni tipo di situazione, ma il volto dell’eterno giovanotto appare oggi parecchio segnato, tradisce sofferenza e preoccupazione. Ieri, di rientro da Stoccolma, Ventura è rimasto seduto per tutta la durata del volo, non ha mai abbandonato il suo posto in aereo, nemmeno per raggiungere la moglie seduta nelle file centrali. È come se avesse deciso di entrare in un ritiro tutto personale fin da subito, immerso nei suoi pensieri, voglioso di trovare velocemente la chiave giusta per allontanare il pericolo di un disastro sportivo, che l’Italia ha vissuto una sola volta nella sua storia: 1958, azzurri sconfitti in Irlanda del Nord ed eliminati dal Mondiale in Svezia.

CONFRONTO NECESSARIO – In realtà Ventura e il suo staff hanno idee già molto chiare su cosa sia venuto meno nella fase decisiva della corsa a Russia 2018. In squadra non c’è più lo spirito che aveva caratterizzato la gran parte di questo biennio: cattiveria, voglia di stare insieme e disponibilità al sacrificio che avevano illuso un po’ tutto il mondo azzurro di poter avere un buon futuro anche senza la guida di Antonio Conte. Il banco è saltato a Madrid, dopo la netta sconfitta contro la Spagna: un tracollo tecnico e tattico che è evidentemente ancora nella testa del gruppo azzurro, batosta che sembra aver minato la fiducia fra allenatore e squadra, in entrambe le direzioni. Sono sicuramente ore di video, discorsi tattici e prove sul campo, ma ad Appiano Gentile si lavora soprattutto a livello di testa, di rapporti, di motivazioni. Costante, fra l’altro, la presenza di Tavecchio (numero uno Figc) e Ulivieri (vicepresidente). «Abbiamo poche ore per rimediare ai nostri guai, e dobbiamo farcele bastare», avrebbe detto ieri in Pinetina il commissario tecnico. Ventura si sta confrontando continuamente coi suoi collaboratori, e tutto lo staff è convinto di poter fare l’impresa, a patto che a San Siro si riveda però una squadra compatta, interamente in partita, con giocatori pronti a ogni tipo di sacrificio per il bene comune. Insomma, è probabile che sia lo stesso c.t. a sponsorizzare un nuovo confronto nello spogliatoio, con Buffon e De Rossi in cattedra a ribadire peso, prestigio, onori e soprattutto oneri legati alla maglia azzurra. Ventura è pronto a spendere tutto se stesso in questa difficilissima battaglia, ed è in un certo senso già venuto incontro al gruppo aprendosi anche a un dialogo tecnico coi senatori, cosa per nulla scontata. Ha però ora bisogno della massima «fedeltà» del suo esercito, chiede una notte da leoni, da uomini veri. È d’altronde meglio per tutti arrivare all’eventuale «resa dei conti» senza l’odiosa macchia dell’eliminazione mondiale. Già, perché l’impressione è che c.t., Federazione e giocatori avranno qualcosa da chiarire fra di loro anche in caso di qualificazione.

PER APPROFONDIRE LEGGI ANCHE

I più letti