Vacanze, piscine ed elicotteri: da Romagnoli a Ronaldo, i capricci dei campioni

Romagnoli-Samp-300x225

La Repubblica (M. Pinci) – In ritiro con la Roma? No grazie, meglio il mare. Parola di Alessio Romagnoli, anni 20, primo contratto da professionista firmato un anno fa e tanta voglia di emergere. Più che nel mondo del calcio, però, dalle acque limpide di qualche località esclusiva: altrimenti magari avrebbe risposto diversamente alla Roma che gli chiedeva di anticipare il ritorno dalle vacanze per unirsi alla squadra durante la tournée di metà luglio in Australia. “Ho fatto l’Europeo con l’Under, resto in vacanza”: e non fatevi venire in mente di ricordargli quanti calciatori dell’età sua pagherebbero di tasca propria per essere chiamati in ritiro con la prima squadra. Loro probabilmente non hanno firmato – addirittura da un anno! – un contratto da professionista, non hanno giocato un intero campionato da titolare nella Samp e non hanno nemmeno quel rompiscatole di Mihajlovic che li chiama una volta al giorno per chiedergli di andare al Milan.

LE BANANE DELL’ECUADOR, LO SPECCHIO DI CRISTIANO – Ma chi è senza peccato scagli la prima pallonata. In fondo, se anche il modesto Ecuador si era permesso di imporre all’organizzazione dell’ultimo Mondiale le proprie abitudini, facendosi consegnare un cesto di banane – rigorosamente ecuadoriane – per tutta la squadra per ogni giorno della permanenza nel torneo. Si fermarono a 13 cesti. Mentre Cristiano Ronaldo nell’hotel che ospitava il suo Portogallo aveva preteso uno specchio riscaldato, in modo di potersi ammirare anche subito dopo la doccia senza che il riflesso si appannasse.
ETO’O E LA PISCINA SPORCA – Quattro anni prima Maradona aveva trasformato la Coverciano del rugby di Pretoria in un resort con Jacuzzi in ogni camera e zona termale per la sua Argentina. In fondo da calciatore aveva disertato il viaggio a Mosca per i quarti di finale di coppa Campioni raggiungendo i compagni del Napoli solo il giorno della gara, nella Piazza Rossa. E se Gervinho ha fatto saltare la trattativa con l’Al Jazira chiedendo spiaggia e elicottero personali, Ronaldinho per andare al Besiktas aveva presentato addirittura un decalogo. Spiegando di non poter fare a meno di 7 biglietti aerei al mese tra la Turchia e il Brasile per sé e per i familiari e un autista disponibile 24 ore su 24, oltre a cellulare e telefono fisso a spese del club. Che viste le pretese, ha deciso di poter fare a meno di lui. Molto meno arrendevoli i russi dell’Anzhi, che portare Samuel Eto’o in Daghestan, terra di confine sempre piuttosto agitata, gli ha concesso una villa a Mosca di 4 piani da 80mila euro al mese, con trasporto settimanale in aereo privato a Machackala per giocare le partite. Eppure non tutto in quella reggia da sogno riusciva a soddisfare il campione: “La tv è piccola, la piscina è sporca, c’è poco personale”.

LE CASE DI LADY INCE, LE ORGE DI PAPA’ NEYMAR – Capricci simili a quelli di un altro ex interista. Anzi della sua signora. Il momento più difficile nella trattativa per portare in nerazzurro Paul Ince non fu con lo United, ma con la signora Claire, moglie del campione alla ricerca della villa perfetta: “E se non la trovo io e mio figlio restiamo a Manchester”, minacciava lacrimosa dopo aver scartato una villa settecentesca perché “troppo vecchia” e una magione con frutteto sul lago di Como ritenendola “modesta”. Tutt’altro che modeste le richieste di Neymar da Silva Sr, genitore del fuoriclasse brasiliano per il trasferimento al Barça: “Ha preteso un aereo privato che lo portasse a vedere ogni singola partita del figlio e persino un’orgia a Piccadilly per sé“, raccontava Luis Alvaro de Oliveira, ex presidente del Santos. Tutto sommato, Romagnoli ha ancora molto da imparare.

L’ELICOTTERO DI VICTORIA – A Milano peggio della signora Ince, solo un’altra dama inglese: Victoria Beckahm, capace di pretendere nel 2009, all’arrivo del marito al Milan, elicottero disponibile 24 ore su 24 per seguire gli allenamenti del marito, una piscina dotata di zona termale e idromassaggio, un fitness center con un salone di bellezza, un hair stylist tutto suo e uno chef per la cucina macrobiotica. Fa quasi tenerezza la Ferrari Enzo chiesta da Ibrahimovic per firmare con la Juve o la clausola che permetteva a Bergkamp di rifiutarsi di viaggiare in aereo con la squadra ai tempi dell’Arsenal. Un altro olandese, Seedorf, i capricci li ha fatti addirittura per firmare un contratto non da calciatore ma da opinionista, della BBC: i giornalisti dell’emittente dormivano in un hotel tradizionale, per lui suite al Copacabana Palace.

INARRIVABILE BALOTELLI – Ma i capricci dei calciatori non si concentrano solo l’estate. A gennaio 2013 Osvaldo abbandonava all’intervallo Pescara-Roma per volare a Londra al concerto dei Rolling Stones con l’allora fidanzata Jimena. Ma il re delle follie extrasportive è indubbiamente Mario Balotelli: da ragazzo faceva la pipì nelle scarpe dei compagni del Lumezzane, crescendo ha giocato a freccette dalla finestra del centro sportivo di Carrington usando a bersaglio i ragazzi delle giovanili, la più evidente di una serie di follie, al punto che il Liverpool ha inserito una clausola nel contratto contro le “balotellate”. In Brasile ancora ricordano Adriano, che per non far scattare la clausola anti-alcool che gli sarebbe costata il licenziamento dal Corinthians, beveva birra da tazzine del caffè.

PER APPROFONDIRE LEGGI ANCHE

I più letti