Usato sicuro: Mkhitaryan garantisce qualità e sacrificio, Mourinho non può farne a meno. E lui non esclude la permanenza

Il Messaggero (S. Carina) – Ripartire a 33 anni. Mettersi in discussione, cambiare ruolo e anche il modo di stare in campo. Può riuscirci soltanto un grande giocatore. E Mkhitaryan lo è. Una rinascita, quella dell’armeno, targata Mourinho. Un rapporto tra tecnico e calciatore fatto di alti e bassi. Non solo alla Roma.

L’agente Raiola, aveva già iniziato a progettare la fuga: “Via a gennaio? Chiedete alla Roma…“. Poi qualcosa è cambiato. Tatticamente e nei rapporti personali. E oggi, nel 3-5-2, non c’è Roma senza Mkhitaryan, trasformatosi in play basso perché “è l’unico in questa rosa che ha la qualità per farlo“, ipse dixit. Magie e intuizioni del mercato “fai da te” di José, capace d’inventare l’armeno in un ruolo che non aveva mai ricoperto in carriera e Zalewski (che oggi partirà con la squadra) a tutta fascia.

A giugno gli scade il contratto ma spiragli per proseguire insieme non mancano. Roma la Roma, infatti, sono diventate la sua seconda casa. Dentro e fuori dal campo. Ne è dimostrazione la festa organizzata lunedì per il figlio Hamlet. Il bambino ha compiuto due anni e nella fattoria a Ostia Antica che organizza eventi di questo tipo, erano presenti pressoché tutti i componenti della squadra con figli al seguito.

L’idea, nemmeno troppo sopita sino a qualche mese fa, era quella di chiudere l’avventura in giallorosso e trasferirsi in Russia. Lo Spartak Mosca ma soprattutto il Krasnodar (che a dicembre gli ha formulato una proposta biennale da calciatore, assicurandogli un futuro come direttore sportivo) si erano fatti avanti. Ora però la rinascita in giallorosso ma soprattutto il conflitto scatenato da Putin con l’Ucraina ha fatto cadere la possibilità.

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