Unicredit si accolla Parnasi, ma lo stadio resta fuori

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Milano Finanza (A.Montanari) – Il business immobiliare che fa riferimento al gruppo Parnasi ora diventa a tutti gli effetti una nuova attività da gestire, ristrutturare e valorizzare che dovrà gestire Unicredit. Perché, secondo quanto ricostruito da MF-Milano Finanza, in queste ore sta per definirsi l’operazione che porterà la banca guidata dall’amministratore delegato Jean-Pierre Mustier a rilevare il 100% del capitale della newco Capital Dev nella quale sono stati trasferiti nei mesi scorsi gli asset e le società di sviluppo che facevano capo alla holding Parsitalia. Quest’ultimo passaggio comporterà anche la definizione di una nuova governance societaria e di una nuova gestione che comunque farà sempre riferimento al presidente Claudio Calabi. In particolare, in pancia a Capital Dev ci sono le controllate ex Parnasi Parco della Acacie (un’area di oltre 15 mila metri quadrati in via di sviluppo in zona Pietralata, Roma), Istica (terreni e immobili a Catania), Samar (area Fleming, sempre nella Capitale), Cave Nuove (il progetto del centro commerciale Pescaccio e altre attività business per uno sviluppo totale di 245 mila mq, sempre a Roma), la collegata Pisana (diritti commerciali sull’area Pescaccio) e Parsec (centro commerciale Laurentino, oltre 15 mila mq nella Capitale). Per tali progetti, molti dei quali in fase ancora iniziale di sviluppo, la società presieduta da Calabi dovrà definire, in un arco temporale di 3-4 anni, un processo di valorizzazione, sia attraverso la vendita diretta sia attraverso accordi e partnership strategiche con altri operatori del settore immobiliare e commerciale. Un percorso non facile perché in alcuni casi occorre ancora attendere delibere e ottenere autorizzazioni. Anche se l’obiettivo di Unicredit è quello di chiudere in breve tempo la partita.

Ma a fronte di questi asset, che secondo alcuni operatori di mercato valorizzano complessivamente in poco meno di 200 milioni, Capital Dev si è accollata un debito complessivo nei confronti del sistema bancario che sfiora i 700 milioni. La gran parte di questa esposizione, si dice tra 550 e 600 milioni, è nei confronti dell’istituto di credito di piazza Gae Aulenti e risale anche alla vecchia gestione Capitalia, vista la storica presenza a Roma del gruppo Parnasi che nel 1991 acquistò da un fallimento la Sogene Casa (gruppo Sgi Sogene appartenuta al Vaticano). Si tratta di fatto, secondo alcuni osservatori, di una sorta di Risanamento-bis nella Capitale. Con la differenza che il gruppo milanese, esposto principalmente con Intesa Sanpaolo aveva e ha immobili definiti (l’area di Santa Giulia, le torri Sky), mentre Capital Dev ha aree tutte da sviluppare. Fuori dal perimetro della newco, ora al 100% di Unicredit, resta invece la società che dovrà sviluppare lo stadio della Roma e che vede Parnasi affiancato dal patron del club giallorosso James Pallotta. Ma anche questo progetto, come riferito dalle cronache cittadine, sta incontrando qualche intoppo burocratico e politico.

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