Una prova senza appello

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Il Messaggero (P.Liguori) – L’ ultimo capitolo di un anno difficile si scrive tutto all’Olimpico. E oggi si gioca una delle partite più difficili dell’anno perché non c’è appello: o si vince, e si va al derby in vantaggio, oppure può succedere qualsiasi cosa. Non ci sono recriminazioni, né calcoli possibili. Non ci sono neppure scelte tattiche di formazione per Garcia. L’allenatore giallorosso non ha possibilità di pensare all’Udinese e al gioco migliore per contrastarla, ha la necessità di mettere in campo gli undici con più energia nelle gambe, sperando che ci sia almeno uno in grado di segnare. San Siro ci ha mostrato una Roma al rallentatore, soprattutto senza la concentrazione agonistica necessaria per un finale di campionato combattuto. Un disastro attenuato dai risultati delle concorrenti, ma non può andare sempre così, anche perché la prossima c’è il derby e quel giorno non si potrà scherzare. Quel poco di buono che si è visto (il Capitano, poi un po’ di Iturbe e Manolas) speriamo di conservarlo fino in fondo, anche se oggi Florenzisqualificato. Gli altri dovranno stringere i denti, fare il loro dovere e regalarci almeno il bis della partita con il Genoa. Non c’è alternativa, anche se in questi giorni si fanno troppo chiacchiere di mercato, di arrivi e partenze e questo può minare la concentrazione del gruppo. Prima ancora di discutere di bilanci e di ingaggi, di allenatori e direttori sportivi, viviamo la realtà di chiudere il campionato al secondo posto (molto si decide proprio questa sera) e di uscire a testa alta nel derby. È il minimo sindacale, per rispetto della maglia giallorossa. I tifosi hanno dovuto fare i conti con troppe delusioni, nei mesi passati, e quindi alla squadra giallorossa non resta altro che centrare l’ultimo obiettivo rimasto. Almeno quello.

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