Una piccola Roma s’aggrappa a Dzeko. Grinta Bologna, ma il Dall’Ara fischia

La Gazzetta dello Sport (N.Cecere) – «Gigante, pensaci tu». E come in quella famosa pubblicità Dzeko risponde all’appello, (inzuccata su cross di Perotti) evitando alla squadra una rovinosa caduta pre-Champions, proprio quando il Bologna cominciava ad assaporare il gusto di battere una big, impresa mai riuscita in questa annata. Ma la prova generale di Barcellona lascia più di un dubbio a Di Francesco. Se il cannoniere dà sempre garanzie, il centrocampo procura allarmi. Nainggolan si è fatto male ed è praticamente out; De Rossi e Strootman invece sono sani però non hanno mostrato condizioni di forma straordinarie, anzi. Il capitano dopo un pericoloso guizzo di testa si limita a tocchi brevi e perciò inoffensivi; l’olandese gira al minimo e quando al 29’ dovrebbe accompagnare in rete una deviazione aerea dell’altalenante Schick spedisce contro il palo il facile 1-1… Così il Bologna rimarrà in vantaggio sino alla mezzora della ripresa e se Palacio non si fosse impappinato al culmine di una fuga solitaria, i gol di vantaggio sarebbero stati due e la Roma si ritroverebbe adesso con Inter e Lazio ancor più vicine: vi immaginate che ambientino pre-Europa?

QUI DONADONI – La prestazione dei rossoblù non è stata trascendentale, però la squadra di Donadoni ha avuto il grosso merito di applicarsi con costanza e spirito di sacrificio collettivo sin dal primo minuto. E una volta in vantaggio, (precisa stoccata di Pulgar da fuori area) non ha mai rinunciato a graffiare. Grosso merito questa sana carica agonistica perché è da tempo che qui si gioca senza un vero obbiettivo, distanti dal vertice e dalla coda, nel limbo del centroclassifica. Per cui proprio non si capisce perché mai la curva abbia subissato di fischi il suo allenatore (giunto ieri alla 100ª panchina rossoblù) quando al 90’ ha sostituito Verdi con Krejci. Evidentemente il rapporto si è incrinato da un po’, quel cambio è stato il primo pretesto utile allo sfogo.

QUI DI FRANCESCO – Dalle parti di Eusebio Di Francesco il clima è di fiduciosa attesa nel… miracolo catalano. Mai dire mai nel calcio, però se la Roma non riuscirà ad alzare il livello della sua prestazione collettiva, contro il Barça rischia l’imbarcata. Può darsi benissimo che a determinare quel primo tempo di esasperante lentezza, animato da un paio di guizzi di Schick e dall’inzuccata di De Rossi su angolo, respinta d’istinto dal debuttante terzo portiere del Bologna, sia stata un’«assenza» mentale: tutti con la testa a Barcellona. Capita, si sa, quando hai un impegno di campionato facile prima di uno di coppa difficile.

SISTEMI – C’è di buono che il tecnico giallorosso dinanzi alle difficoltà ha reagito con lucidità. Cambiando assetto tattico dal 1’ della ripresa (4-2-3-1) ha lanciato un segnale chiaro: «adesso aggrediteli». Poi inserendo Dzeko ha impresso una nuova accelerata (doppio centravanti, Perotti riportato a sinistra) e infine si è giocato pure la carta Defrel trovando il pari un minuto dopo grazie allo sfondamento mancino di Perotti. A disastro evitato, sotto la lente d’ingrandimento di questa vigilia resta il funzionamento del centrocampo. Senza il Ninja bisogna che Strootman e De Rossi ritornino sui loro livelli. Dopo di che, sulle spalle del gigante si potrà salire fin dall’inizio.

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