Un viaggio europeo per capire chi siamo

Questa è l’anima feroce e sublime della Champions League che mica per niente ci ruba il cuore. Il nostro sarà pure un calcio scassato, senza governo, dominato da tribuni e tribunali, non raramente cialtrone, ma ci sono giorni e snodi cruciali in cui bisogna recuperare qualcosa di noi. La coppona d’argento non è solo un orcio pieno di denaro, è anche una faccenda di orgoglio e talento. I memorabili 6 minuti nerazzurri, l’eurogol di Icardi e l’unghiata di Vecino possono rovesciare la stagione nerazzurra nata malissimo e, insieme, ridare slancio all’Italia intera che torna in Europa dopo l’estate mesta del mondiale vuoto. Purtroppo non torna vittorioso il Napoli da Belgrado, peccato perché questa era già una notte decisiva in quel girone della malora. Le quattro moschettiere devono ribaltare in Champions la tendenza di un campionato floscio, pieno di Juventus e poco altro. Come riporta La Repubblica, oggi tocca a Roma e Juve in terra di Spagna. Impossibile, per i giallorossi a Madrid contro i multipli campioni d’Europa del Real, campioni ad honorem, non ripensare al Barcellona e a quella stupenda follia. Quasi tutto è cambiato, non il senso di una sfida estrema: se al Real hanno davvero strappato il cuore per trapiantarlo a Torino, allora i nipoti di Totti potrebbero anche regalarsi l’inimmaginabile vertigine.

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