Un Roma-Napoli d’annata: vola, tedesco, vola!

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Una vittoria all’ultimo respiro, grazie al gol di testa del solito Voeller, impresso nella memoria di molti tifosi per un dato curioso oltre che per il lieto fine: è il 1988 e si gioca di 31 dicembre, data insolita per una sfida di Serie A che però ha già visto la Roma impegnata in altre 10 occasioni (l’ultima nel 1977 contro l’Hellas Verona).

I giallorossi allenati da Liedholm ospitano all’Olimpico il Napoli di Maradona, guidato da Ottavio Bianchi in panchina. Gli azzurri dopo il tricolore di due anni prima rivorrebbero lo Scudetto sul petto, mentre i giallorossi tentano di proseguire il trend positivo di fine anno fatto tre vittorie consecutive, che finora hanno dato un po’ di respiro a una prima parte di stagione per nulla avvincente. Il pibe de oro non si avvicina al match con le migliori intenzioni (“Farci giocare in questo giorno è un’assurdità”) e sul campo si vede. Fatta eccezione per uno spunto al quarto minuto di gioco a favore degli ospiti con Careca protagonista, è la Roma a tener banco per tutto il match. La partita, però, non si sblocca. Voeller dimostra di non essere in forma come al solito e spreca ogni occasione buona, proseguendo la maledizione dell’Olimpico dove non riesce a segnare da undici mesi.

Ma il grande campione, si sa, può colpire in qualsiasi momento. Al minuto 87 Tempestilli va sul fondo e mette al centro dell’aria un campanile: il tedesco vola il cielo con la chioma ricciuta e raccoglie il pallone più difficile della serata. L’incornata è la solita, un marchio di fabbrica. Giuliani fa il possibile, ma la bomba di testa è imprendibile. Rudi è travolto dai raccattapalle nell’esultanza e nel loro abbraccio c’è quello di tutti i tifosi giallorossi. Un urlo liberatorio, il braccio agitato con il pugno in cielo: una delle copertine del numero 9 giallorosso. Vola, tedesco, vola.

asroma.it

 

 

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