Un gruppo malato, mal costruito e mal guidato

Cinque giornate di campionato, cinque punti in classifica, uno soltanto di vantaggio sulla terzultima. La Roma non è in crisi: peggio, è addirittura andata oltre la crisi. La Roma non esiste più, dilaniata dagli errori della società sul mercato, dagli sbagli continui di un allenatore in immensa confusione, dalla pochezza di alcuni presunti fuoriclasse e dalla luce ormai spenta di un paio di vecchi protagonisti. Una squadra malata, patologie complesse, e capace di farsi prendere a pallonate anche dal Bologna, zero reti all’attivo e solo un punto prima del faccia a faccia con i giallorossi. Non può esserci un solo colpevole, certo, ma non può esserci neppure un solo innocente. La squadra non ha un senso logico, e questo chiama in causa chi l’ha costruita e chi deve allenarla. Al resto pensano giocatori che vagano stancamente in mezzo al campo, quasi schifati di indossare quella maglia. Come riporta Il Messaggero, serve prendere di petto la situazione e agire di conseguenza. A Trigoria servono uomini, prima che dirigenti, allenatori e giocatori. Serve responsabilità, a tutti i livelli. Se la Roma oggi offre un quadro desolante è colpa di chi lavora a Boston, a Londra o a Trigoria. Negarlo sarebbe ancor più imbarazzante dei cinque punti in classifica.

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