Quando un assist-gol è orrendo e bellissimo

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Il Messaggero (M.Ferretti) – Occhio alla formazione della panchina della Roma al fischio d’avvio di Orsato: De Rossi, Dzeko, Strootman, Totti, Maicon, Iago Falque e Vainqueur, fra gli altri, seduti accanto a Luciano Spalletti. Un bel vedere, no? La prova della ricchezza della rosa giallorossa, allestita a più riprese, tra alti e bassi, dal dimissionario Walter SabatiniHo chiesto la rescissione del contratto, Pallotta è d’accordo»). E del rigore delle scelte del tecnico, pronto a premiare i comportamenti del singolo calciatore e non il suo nome. Oppure la conferma di mosse tattiche ogni volta ad hoc in base all’avversario, con protagonista Dzeko, finito (tornato) tra le riserve nonostante la brillante prestazione con gol di Udine. Spazio al Tridente della Solidarietà (tu fai segnare me, io faccio segnare te) protagonista assoluto contro la Fiorentina. Niente centravanti, via libera al Falso Nueve.

L’ALTRA SOLIDARIETÀ – Analizzando quanto accaduto nella prima frazione, giudizio sospeso sulla strategia spallettiana: Roma fluida in attacco solo a tratti e zero reti. Un dato inconsueto, ricordando i tanti gol realizzati addirittura nei primi quindici minuti di gara dai giallorossi. Colpa dell’assenza di Dzeko lì davanti? Non si saprà mai. Di certo, merito sicuro di Handanovic, perfetto su quella conclusione da pochi passi di El Shaarawy, assistito da Salah. Piccoli segnali di solidarietà, da interpretare. Così come la costante sofferenza della Roma sulla corsia di destra in fase di non possesso. Sottolineata in maniera letale dalla rete di Perisic, che ha avuto la possibilità di fare il comodo proprio senza la minima opposizione. E, allora, dentro anche Dzeko (con cambio di modulo) per tentare la rimonta. Pallone in Sud, però, alla prima occasione buona per il bosniaco. E fischi. Poi un altro grottesco orrore di Edin, da ottima posizione, ma pallone magicamente sui piedi di Nainggolan, lestissimo a battere Handanovic. Che strano il calcio: tu provi a segnare in tutte le maniere ma ci riesci solo sfruttando un errore da “Mai dire gol” non di un avversario, bensì di un tuo compagno. Ma, pensateci bene, non è solidarietà anche questa?

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