Un americano in laguna, Tacopina scalda Venezia: «Non me ne andrò fino a quando non l’avrò riportata in A»

Joe Tacopina PR

La Gazzetta Dello Sport (A. Tosi) – Dopo i russi, gli americani. Anche nel calcio Venezia conferma la sua vocazione di città cosmopolita. Finito male il regno del russo Korablin che ha lasciato il club non iscritto alla Lega Pro, adesso tocca a Joe Tacopina il compito di risollevare una piazza calcistica alla deriva. L’avvocato di New York introduce nella Sala della Musica di Cà Sagredo, nobile edificio patrizio del 1300 che conserva i capolavori del Tiepolo, la sua terza avventura nel calcio italiano dopo le esperienze con Roma e Bologna in Serie A e B. Un passaggio a nord-est che era nell’aria da tempo e che ha subìto una forte accelerazione in seguito alla rottura con Saputo, conclusa con le dimissioni dal Bologna. Nella presentazione molto americana, affiancato dal d.s. Giorgio Perinetti, il d.g. Dante Scibilia e il membro del CdA Alessandro Vasta, nonché da un paio di amministratori locali in rappresentanza del sindaco Brugnaro, assente per impegni romani, Tacopina fa subito sfoggio della sua eloquenza forense arrivando al nocciolo della sua nuova mission.

UMILTA’ – «Affronto questa avventura con orgoglio ed umiltà come presidente del club di calcio di una città unica al mondo. La mia prima mossa è stata l’ingaggio di Giorgio Perinetti, uno dei migliori manager in circolazione, lui è la garanzia del progetto. Siamo in serie D ma il nostro traguardo è tornare nel massimo campionato. Non ho un’agenda definita su quando saliremo in A, ma non lascerò questo incarico finché non ci saremo riusciti. Il mio club farà il massimo per fare sentire i veneziani orgogliosi di tifare Venezia, ma ci aspettiamo che i tifosi ci diano tutto il loro sostegno venendo in grande numero allo stadio. Perciò dico “tutti al Penzo” e “uniti, ripartiamo”. Sono i miei slogan per iniziare una nuova era».

TRE SOCI – Il passato è alle spalle su ogni fronte: «Non è possibile comparare le mie esperienze precedenti con questa. Roma è stata l’avventura a livello internazionale, Bologna il rilancio di una piazza. Venezia invece deve essere la rinascita di un club nel quale ho la certezza di essere socio di larga maggioranza. Su Bologna non posso dire tanto, ci sono accordi con Saputo. Se tornerò da avversario, spero presto in A, non cercherò vendette, ma punterò a vincere. Sono sorpreso che oggi sia ultimo in classifica, ma tutto andrà per il meglio, la squadra rossoblù si riprenderà». Sul presente e il futuro le idee molto chiare: «La squadra sta andando bene (capolista del girone C a punteggio pieno: 6 vittorie con 18 gol fatti e 3 subiti). Domani andrò al Penzo per vederla per la prima volta dal vivo. Mi farò tre partite di seguito poi tornerò negli Usa. Anche la società sta crescendo bene. Siamo tre investitori, con me c’è James Daniels (il presidente pro tempore prima di Taco) e un terzo socio che per ora non vuole uscire allo scoperto (si tratta di un gruppo che costruisce impianti sportivi). Non parlo di quote né di soldi, ma sono io il referente principale». I rumors dicono che l’investimento iniziale si aggira sui 3 milioni, Tacopina controlla almeno i due terzi delle quote.

NUOVO STADIO – Lo stadio da ventimila posti in terraferma è la priorità per il futuro: «Siamo venuti per la squadra, ma non nascondo che vogliamo un nuovo impianto. Ci stiamo muovendo. Col sindaco abbiamo avuto dei colloqui. Intanto puntiamo a creare un rapporto con la comunità. Mi sono molto documentato sul Venezia. Conosco tutto della sua storia: la Coppa Italia del 1941, i miti di Valentino Mazzola e Loik. Qui sono passati campioni come Vieri e Recoba. Vogliamo tornare a quei livelli».

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