La Repubblica – Roma truffata stile Totò cronista e speaker indagati

Fai presto a dire “progetto”. E hai voglia a spiegar agli americani dove sono finiti. La As Roma sarà anche “bostoniana” ma Roma resta Roma. E passerà del tempo prima che Trigoria si liberi dell’assedio miserabile di questuanti e diffamatori. Dal berciare di certi “opinionisti” (si fa per dire), dal risentimento degli “esclusi” dalla nuova propietà. Storia delle ultime due settimane. Roba stracciona da “soliti ignoti”, risolta da un’indagine della Digos coordinata dal Procuratore capo reggente Giancarlo Capaldo. Alla vigilia dell’ultimo derby, la “ienaPaolo Calabresi viene avvicinato da un giornalista ormai in pensione, Roberto Renga, già “firma” di Paese Sera e Messaggero, portata in palmo di mano dalla vecchia propietà. L’uomo dice di avere documenti in grado di devastare l’immagine pubblica e privata di Franco Baldini, direttore generale del club, e di Mauro Baldissoni, avvocato del cda. Si tratta di “trascrizioni di sms” – farfuglia, mostrando due fogliacci compilati a mano libera da chi sachi – che dimostrerebbero (pensate …) che i due sono massoni (come indicherebbe un umoristico anagramma “tfatriplice fraterno abbraccio) e che, naturalmente, il nuovo gruppo dirigente fa “la cresta” sul calciomercato. La “iena” cui il falso appare macroscopico, registra di nascosto la conversazione. Il nastro finisce alla Digos, dove vengono ascoltati come testimoni, Baldini, Baldissoni e il ds Walter Sabatini. Nella stangata “stracciona”  – accerta rapidamente l’indagine con pedinamenti e testimonianze – Renga ha dei compagni di merenda. Suo figlio Francesco e un paio di voci delle radio libere. Giuseppe Lo Monaco e Mario Corsi, detto “Marione”. Un tipo con un passato neofascista che da anni, usa il microfono come un randello. Ora sono tutti indagati per diffamazione. Mentre la Digos, pochi giorni fa, ha bussato a casa Renga, dove ha recuperato le prove del falso da “soliti ignoti”. Dunque, chi vive a Roma, oggi accenda la radio. Ci sarà da ridere. O da piangere. Dipende dai punti di vista.
La Repubblica – Carlo Bonini

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