Troppo Dzeko per il Diavolo. Il bosniaco stende il Milan e la Roma ritorna seconda

La Gazzetta dello Sport (F.Licari) – Sette punti per la Roma sono come sette ragazze per Lucio Battisti: al momento possono bastare per tenere viva l’illusione scudetto. Sette punti dalla Juve, almeno fino allo scontro diretto imminente. I giallorossi hanno chance esigue – pur perdendo all’Olimpico, i bianconeri sarebbero campioni battendo poi il Crotone o il Bologna – però arriveranno caricati dal tremendo 4-1 al Milan. Ma non è vero che non avranno niente da perdere e potranno lanciarsi all’assalto all’arma bianca: c’è sempre il Napoli dietro, a -1, e il secondo posto (che qualifica direttamente ai gruppi di Champions) è tutt’altra vita rispetto ai playoff cui obbliga il terzo. E non sarà comunque una settimana di feste: il mancato ingresso di Totti nel finale, a risultato deciso, è già il tormentone annunciato. Il 4-1 naturalmente è tremendo per il Milan, spazzato via nel gioco, nella tattica, nei singoli, nel risultato: umiliato da un grandissimo Dzeko nel primo tempo, poi messo in ginocchio dall’ex El Shaarawy e infine da De Rossi quando l’inatteso, diciamo anche immeritato, gol di Pasalic sembrava averlo rimesso in gioco. Ma anche per i rossoneri c’è un obiettivo, l’Europa League, garantita da quel sesto posto al quale né Inter né Fiorentina sembrano interessate. In quel caso, in campo il 27 luglio. In bocca al lupo.

DUE LIVELLI – E ne avrà di cose da sistemare Montella – si presume – anche se dovesse affrontare l’«altra» coppa. Non solo per quanto visto ieri, comunque uno dei momenti più bassi della stagione che dopo la Supercoppa di Doha aveva addirittura illuso. La realtà è ben diversa: rispetto alla Roma (e alla Juve, e al Napoli) il Milan è un paio di categorie sotto. Imbarazzante il confronto dal pronti-via, con la Roma che può subito impostare il gioco che le riesce meglio: perché all’8’ è già 1-0, Milan a inseguire e Roma che può dispiegare il suo implacabile contropiede. Dzeko è uno spettacolo, è il tipo di centravanti che somiglia al modello Bergkamp, piedi e movimenti da trequartista, poi però in area non ha pietà per nessuno. Il primo gol è un’incantevole botta da fuori, imparabile anche per Donnarumma, dopo uno doppio scambio con Salah (grazie all’errore di Vangioni). Il 2-0 arriva di testa, su angolo, volando lassù dove nessun altro può. Sono 27 centri in campionato e 37 in totale: record personale.

ROMA MISURE PERFETTE – Non è solo Dzeko questa Roma, ci mancherebbe. È un 4-2-3-1 compattissimo quello di Spalletti, sempre in anticipo sulla palla, con reparti e uomini vicini per triangoli stretti a liberare e ripartire. Un sistema nel quale Nainggolan versione trequartista gregario ossessiona Sosa, facendogli perdere lucidità. Nel quale Paredes e De Rossi sono troppo per il timido Pasalic e l’invisibile Fernandez. Nel quale Manolas chiude il minimo spiraglio con senso della posizione mirabile. E nel quale, infine, Salah parte in velocità, e Perotti in dribbling, senza che mai il Milan riesca a opporsi. Fanno quello che vogliono i due esterni. Nessuno raddoppia nella difesa rossonera, nessuno aiuta il compagno, tutti lontani e con le gambe che tremano quando la Roma aggredisce. I gol potevano essere cinque già nel primo tempo se non ci fosse il solito spreco. E se dall’altra parte non ci fosse Donnarumma.

DISASTRO MILAN – Donnarumma prende quello che può e anche oltre. Spinge sul palo, solo lui sa come, due botte di Perotti e Nainggolan. E per poco non prende anche il rigore del 4-1 di De Rossi nel finale. Niente da fare sui due centri di Dzeko e neanche sulla botta del 3-1 di El Shaarawy che si prende una bella rivincita con il solito movimento da sinistra, taglio al centro e poi botta angolatissima. Più che il migliore Donnarumma sarebbe meglio dire che c’è solo Donnarumma. Del resto si salvano Zapata (che qualche chiusura su Salah riesce a farla), Ocampos (un po’ di spinta nel 3-4-3 finale) e Pasalic per il gol (e poco altro). Il resto è inguardabile: le esitazioni di De Sciglio, i limiti di Vangioni, la difficoltà di Deulofeu e Suso nel farsi leader e non solo bei «giocatorini». Ma i problemi individuali non possono essere separati da quelli collettivi: il 4-3-3 di Montella ha spazi enormi per gli avversari, distanze siderali tra reparti, la pericolosa tendenza ad accentrarsi scoprendo le fasce dove la Roma vola. Se non c’è mai un raddoppio è anche perché – guardatevi i campetti Opta – sono tutti in mezzo a fare il gioco della Roma. Neanche Montella è lucido nella circostanza.

RECORD… Sei successi di fila fuori casa sono un record per la Roma, in bilico tra un campionato di altissimo livello e la delusione enorme che sarebbe il controsorpasso del Napoli. Da record è anche la figuraccia del Milan che si combina con quella dell’Inter nella lotta a chi fa peggio: sesto posto per i rossoneri, settimo per i nerazzurri, il derby cinese è da seconda fila. E non è chiaro come in un’estate la situazione potrà essere ribaltata.

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